COSTRUZIONI III TRIMESTRE -3,3%. PREVISIONI NEGATIVE MA MENO PESSIMISMO
Ordini -2,8%, occupazione -1,7%. Padova e Rovigo le province che soffrono di più
Nel terzo trimestre 2012, sulla base dell’indagine VenetoCongiuntura, il fatturato delle imprese di costruzioni ha registrato una flessione del -3,3% rispetto allo stesso periodo del 2011, con una tendenza al miglioramento degli indicatori congiunturali (-4,8%) che restano però negativi e rappresentativi di una situazione ancora di grave difficoltà per le imprese. L’analisi congiunturale sul settore delle costruzioni, promossa congiuntamente da CEAV (Cassa Edile Artigiana Veneta) e Unioncamere del Veneto, è stata effettuata su un campione di 600 imprese con almeno un dipendente.
Tramontata la prospettiva di rallentamento della crisi, sembra comunque affermarsi una leggera inversione di tendenza che tuttavia non può spingere ancora a parlare di “fenomeni” positivi, tanto che l’ultima parte dell’anno si baserà ancora su instabilità ed incertezza. Il terzo trimestre ha però evidenziato una ricongiunzione delle dinamiche tra imprese artigiane e non artigiane, che scontano una flessione del fatturato rispettivamente del -3,3% e -3,4%. Dal punto di vista territoriale, il volume d’affari ha dimostrato dinamiche negative in tutte le province con un calo meno marcato a Venezia (-1,7%) e Belluno (-1,5%). Particolarmente negativi gli indicatori per Padova (-6,3%), Rovigo (-4,6%) e Vicenza (-4%). Al di là delle diversità territoriali, vi è una significativa differenza tra le dinamiche delle imprese di piccola dimensione (-3,9%) e quelle di media (-2,3%) e grande dimensione (-2,8%).
Alessandro Bianchi, presidente Unioncamere del Veneto
«Il settore delle costruzioni sta attraversando un momento di fortissima crisi, con investimenti che, secondo il CRESME, nel 2012 si ridurranno del 7,4% rispetto allo scorso anno a causa della contrazione del segmento relativo alle nuove abitazioni (-53% dal 2006 ad oggi). Tuttavia dopo un primo semestre in frenata, nel periodo luglio-settembre 2012 la flessione del fatturato nelle costruzioni è stata meno marcata, grazie ad un recupero del comparto non artigiano. Probabilmente gli investimenti in impianti di energie rinnovabili e il rinnovo abitativo, inteso come recupero, riqualificazione e manutenzione straordinaria, stanno rappresentando un argine contro la crisi e, proprio come negli anni 90, è tornato ad essere il segmento che trascina il settore. Notizie positive giungono dalle aspettative degli imprenditori che, come nel caso del settore industriale e commerciale, stanno evidenziando segnali incoraggianti di inversione della tendenza in atto, che speriamo possano essere confermati il prossimo trimestre. Stando agli annunci del Governo, lo scenario dovrebbe teoricamente cambiare nei prossimi mesi quando, secondo il documento intitolato ‘Agenda perla Crescita Sostenibile’,verranno semplificate le procedure, facilitate le partnership pubblico-privato e accelerati i progetti pubblici legati all’edilizia, in particolare il “Piano nazionale per le città” e il “Piano scuola”».
Virginio Piva, presidente CEAV
«La lunga crisi delle costruzioni va affrontata in un quadro di coerenza con il cambiamento del mercato. Serve più formazione e CEAV sta facendo molto in questo campo, ma serve anche che i provvedimenti del Governo non siano “a scadenza”, come le mozzarelle, per dare alle imprese un orizzonte di programmazione certa. Nel nostro territorio c’è molto da fare, dall’efficientamento energetico alla riqualificazione urbana e degli alloggi. Ma serve un quadro di certezza normativa e di incentivi duraturi nel tempo che oggi, purtroppo, non ci sono e non aiutano le imprese e il mercato».
Ordini
Pur proseguendo la loro flessione, gli ordini hanno subito un rallentamento del -2,8% rispetto al -4,9% del trimestre precedente. Rilevante però la differenza fra imprese artigiane (-3%) e non artigiane (-2,1%). Non uniforme la distribuzione per dimensione: -3,8% per le imprese di piccola dimensione, -1,6% per quelle di maggiori dimensioni. A livello territoriale tutte le province evidenziano difficoltà, con punte negative a Padova (-5,3%) e Rovigo (-4%).
Prezzi
In linea con l’aumento (+2,9%) nel secondo trimestre, i prezzi sono cresciuti del +2,8%. L’aumento è sentito in modo uniforme dalle imprese, anche se quelle di piccola dimensione presentano una dinamica leggermente peggiore (+3%). Il perdurare della crisi, associato alla riduzione di ordini e incremento dei prezzi, ha causato il persistere di una situazione critica e una reale difficoltà per le imprese nei confronti del mercato dei materiali. A soffrire di più la spirale inflazionistica sono le imprese artigiane (+3%) rispetto alle non artigiane (+1,9%).
Occupazione
Dinamica differenziata per l’occupazione: la flessione complessiva è del – 1,7%, ma per le imprese artigiane è -1,9% mentre per le non artigiane è -1%. Si è quindi evidenziato un preoccupante trend negativo, visto che quattro quinti delle imprese attive nelle costruzioni sono imprese artigiane. A fronte di una dinamica fortemente negativa per le imprese di piccola dimensione (-3%), si conferma l’indicatore tendenzialmente neutro delle imprese di maggiori dimensioni che registrano un -0,1%, che segue il -0,8% del trimestre precedente. Dal punto di vista territoriale, continua a crescere Rovigo (+2,7%), mentre i cali più consistenti si registrano a Vicenza (-4,6%), Venezia (-3,3%) e Treviso (-2,2%).
Previsioni
Prosegue la tendenza negativa ma con una significativa riduzione dell’indicatore generale. Rispetto al saldo percentuale del secondo trimestre (-40,9 p.p.), il terzo trimestre è tornato su livelli simili a quelli di inizio anno con un -27,2 p.p. Confermate le aspettative negative per ordini (-22,3 p.p.) e occupazione (-2,1 p.p.). Nonostante evidenzino aspettative ancora negative, i dati indicano timidissimi segnali di rallentamento della crisi, da valutare però nei prossimi mesi.
Focus piano casa
Nell’11,5% dei casi le imprese hanno indicato di aver già realizzato o avere in corso di realizzazione interventi relativi alla normativa, un valore inferiore a quello del trimestre precedente (15,3%) e del primo trimestre (12,2%). Leggermente inferiori anche le imprese che hanno dichiarato di aver proposto alcuni preventivi (5,2% contro il 7%), mentre le restanti si dividono tra chi non ha ancora avuto richieste (46,6%) e chi non è interessato (36,8%). Rimane marcata la differenziazione fra imprese artigiane e non artigiane, con queste ultime che presentano percentuali inferiori di interesse per il “piano casa” (52,2%, 20 punti percentuali superiore a quello delle imprese artigiane). Per quanto riguarda la dimensione, il 42,2% degli interventi riguarda importi fino a 20.000 euro, il 28,2% da20 a 30mila euro, il 29,6% superiori a 30mila euro. Nell’81,8% dei casi le imprese hanno realizzato fino a tre interventi (76,8% nel primo trimestre), il rimanente oltre quattro interventi.