Riforma del sistema camerale

Riforma del sistema camerale

Il 25 agosto il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di Decreto Legislativo per riformare il Sistema camerale italiano. Un passaggio cruciale per il futuro della Camere di Commercio, delle Unioni regionali e delle stesse imprese, che segue il taglio del diritto camerale avvenuto già due anni fa.

Lo schema di decreto da un lato consente il mantenimento di alcune funzioni (tenuta del registro imprese, realizzazione su delega dei Comuni dello Sportello unico per le attività produttive), dall’altro affida al Sistema camerale nuovi compiti in materia di orientamento, alternanza scuola-lavoro, supporto all’incontro fra domanda e offerta di lavoro. Tuttavia il decreto non risolve, ad esempio, i problemi legati alle risorse, alla natura giuridica delle Unioni regionali e al relativo personale, nonché a un forte accentramento delle funzioni a livello ministeriale che penalizza il territorio.

Per questo motivo il Sistema camerale del Veneto, che primo in Italia ha anticipato la riforma contenuta nella legge delega procedendo in autonomia all’accorpamento delle Camere di Commercio di Venezia e Rovigo e, subito dopo, delle Camere di Commercio di Treviso e Belluno (cui va aggiunta la razionalizzazione delle Aziende speciali con la nascita di T2i che unisce le aziende per il trasferimento tecnologico ed innovazione di Venezia, Rovigo, Treviso, Belluno e Verona), ha già presentato a Unioncamere italiana una serie di modifiche al testo del decreto.

Ultima modifica: 25 Maggio 2021