La CSR (Corporate Social Responsibility), in italiano RSI – Responsabilità Sociale d’Impresa, è entrata formalmente nell’agenda dell’Unione Europea a partire dal Consiglio Europeo di Lisbona del marzo 2000, dove è stata considerata come uno degli strumenti strategici per realizzare una società più competitiva e socialmente coesa e per modernizzare e rafforzare il modello sociale europeo.
La CSR NEWS è la newsletter con cui Unioncamere del Veneto, con cadenza mensile, informa gli utenti che lo desiderano sulle principali novità in ambito di Responsabilità Sociale d’Impresa (in inglese Corporate Social Responsiblity – CSR) a livello regionale, nazionale e mondiale organizzate in 6 sezioni: focus, novità, iniziative, finanziamenti, normative e recensioni

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Focus
La Commissione Europea ha recentemente approvato due proposte di direttive che avranno un forte impatto sul quadro normativo della responsabilità sociale e della sostenibilità per le imprese nei prossimi anni. Si tratta della proposta di direttiva Corporate responsibility due diligence adottata dalla Commissione il 23 febbraio 2022 e della proposta di direttiva Corporate sustainability Reporting (CSRD) adottata dalla Commissione il 21 aprile 2022. La prima prevede l’obbligo per le imprese di individuare i rischi e, se necessario, evitare, far cessare o attenuare gli effetti negativi delle loro attività sui diritti umani, come il lavoro minorile e lo sfruttamento dei lavoratori, e sull’ambiente, ad esempio l’inquinamento e la perdita di biodiversità. La proposta coinvolge solamente grandi aziende (inclusi gli enti assicurativi e finanziari) e più precisamente:
Imprese con sede nell’Unione Europea:
- Imprese con più di 500 dipendenti (inclusi quelli part-time e altri collaboratori temporanei) e un fatturato globale netto di più di 150 milioni di euro;
- Imprese con più di 250 dipendenti a un fatturato globale netto di 40 milioni di euro, a patto che almeno il 50% del fatturato derivi da uno o più settori identificati come ad alto rischio dalla proposta (per esempio il tessile, l’agricoltura, l’estrazione di minerali).
Imprese con sede fuori dall’UE ma che presentano le seguenti caratteristiche:
- Generazione di un fatturato di più di 150 milioni di euro all’interno dell’Unione;
- Generazione di un fatturato di meno di 150 milioni di euro, ma più di 40 milioni nell’Unione, se almeno il 50% del fatturato netto globale è stato generato in uno o più settori considerati ad alto rischio dalla direttiva.
Le piccole imprese pur non essendo destinatarie della direttiva saranno coinvolte in quanto parte delle catene di fornitura e saranno previste per loro azioni di formazione e supporto.
La seconda proposta di direttiva è il risultato del processo di revisione della non-Financial Reporting Directive (NFRD) e rappresenta un elemento chiave del pacchetto UE sulla finanza sostenibile. L’obiettivo della proposta di CSRD è quello di migliorare il reporting di sostenibilità per sfruttare al meglio il potenziale del Mercato Unico europeo e contribuire alla transizione verso un sistema economico e finanziario pienamente sostenibile e inclusivo. I requisiti di reporting dovranno essere applicati da tutte le imprese di grandi dimensioni (la soglia minima verrà abbassata da 500 a 250 dipendenti) e da tutte le PMI quotate sui mercati europei: in questo modo il perimetro si allargherà dalle attuali 11.000 a 49.000 imprese.
Entrambe le direttive rispondono a una crescente richiesta di regolamentare gli impatti negativi negli ambiti ESG all’interno delle catene del valore globali, in linea con il Green Deal europeo e con l’impegno a rispettare gli obiettivi delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile.
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