Le imprese del Veneto in 20 flash

LE IMPRESE DEL VENETO IN 20 FLASH: UN QUADRO SINTETICO DELL’ECONOMIA
La vita media delle imprese venete è di 13,3 anni, 6 su 10 sono state costituite prima del 2009

 

Venezia, 20 dicembre 2019 | Il Veneto a fine 2018 conta quasi 487 mila imprese registrate (l’8% del totale nazionale) che danno lavoro a quasi 2 milioni di addetti. In un decennio le imprese sono diminuite del -3,8% (pari a oltre 19mila unità perse) ma si è assistito a un rafforzamento organizzativo e dimensionale. E’ la fotografia delle imprese venete scattata da Unioncamere del Veneto sulla base dei dati del Registro delle imprese. A livello settoriale, nel periodo 2009-2018 crescono soprattutto le imprese dei servizi (+14,5%) e dell’alloggio e ristorazione (+13,3%). Tra le ripartizioni territoriali è Padova che concentra la maggior parte delle imprese (20,3%) e dell’occupazione (19,6%), ma è anche la provincia con la flessione imprenditoriale più marcata nel decennio (-4,7%).

 

In Veneto le imprese hanno una vita media di 13,3 anni (in Italia arrivano a 12,3) e sono quelle meno giovani a garantire la fetta più importante dell’occupazione. A livello provinciale, quanto a longevità Belluno batte tutti con 15,2 anni, quasi due anni in più delle pur longeve Treviso, Vicenza e Rovigo (13,6 anni). Più breve l’aspettativa di vita delle aziende di Padova e Venezia (13,1 anni) e di Verona (12,9).

 

A fine 2018, 6 imprese venete su 10 risultano costituite prima del 2009. Questo universo di aziende longeve concentra il 73,8% degli addetti del settore privato. Il 17% delle imprese oggi esistenti è nato invece tra il 2009 e il 2013 e raccoglie il 12,9% degli addetti. Circa il 23% delle imprese, infine, è stata costituita negli ultimi 5 anni e ha una quota di addetti pari al 13,3%.

 

Dai dati riguardanti le imprese registrate suddivise a seconda della prevalenza al loro interno di giovani, donne o persone nate in paesi esteri, si evince che nel 2018 le imprese femminili sono oltre 97 mila (il 19,9% delle imprese regionali) e occupano 260 mila persone (con una dimensione media di 2,7 addetti). Le imprese giovanili sono oltre 36 mila e occupano 73 mila addetti (dimensione media 2 addetti). L’imprenditoria femminile e giovanile si concentra soprattutto nel settore dei servizi. Le imprese straniere sono quasi 50 mila (il 10,3% delle imprese regionali) occupano 113 addetti (dimensione media 2,3 addetti) e si concentrano nelle costruzioni e nel commercio. In campo innovazione, le startup innovative sono 918: Padova, Verona e Treviso sono le province in cui sono maggiormente presenti (rispettivamente il 27,9%, 21,1% e 18,0% del totale regionale).

 

«Il lavoro lo crea l’impresa, per questo va sostenuta e aiutata. Come Sistema camerale resta importante l’impegno per il mantenimento di una costante attenzione al monitoraggio dell’economia e per il rafforzamento di comuni strategie di intervento volte allo sviluppo del sistema economico e al continuo miglioramento della sua competitività. Le Camere di Commercio sono volte ad intercettare le esigenze delle imprese e a rispondere al meglio alle loro aspettative, così come stiamo già facendo sui temi centrali dello sviluppo che riguardano l’orientamento al lavoro, il digitale, l’ambiente, la cultura e il turismo – sottolinea Mario Pozza, presidente di Unioncamere del Veneto. Vanno sostenuti gli investimenti, vanno rimossi gli ostacoli che frenano lo sviluppo e a volte impediscono persino la sopravvivenza di un’impresa. Con l’augurio che il 2020 sia proficuo e migliore per le nostre imprese, auguro a tutti Buone feste e un Sereno Natale».

 

Secondo il Rapporto di Unioncamere e Mediobanca, nel 2016 le medie imprese industriali in Veneto sono 640 (il 18,2% del totale regionale). Dal 1996 al 2016 le società hanno rafforzato il proprio peso nell’industria italiana, raggiungendo l’11,5% delle imprese manifatturiere: hanno raddoppiato le vendite e il valore aggiunto, segnando al contempo un incremento della forza lavoro superiore al 30%.

 

Unioncamere calcola che vi siano oltre 6.600 imprese manifatturiere potenziali e occasionali esportatrici (il 14,5% di quelle complessivamente presenti nel territorio veneto), che vendono i propri prodotti solo sul mercato interno o, saltuariamente, su quello estero. Fra queste spiccano più di 1.500 aziende metallurgiche (la cui incidenza sul totale economia è pari al 20,2%).

 

L’autovalutazione degli imprenditori all’interno del Progetto PID mostra che ad inizio 2019 il 55% delle imprese si colloca nelle prime fasi del processo di digitalizzazione e di adozione delle tecnologie della “new digital wave” e quindi ancora indietro nell’adozione delle tecnologie 4.0. Tuttavia, nel 2019, sulla base dell’indagine VenetoCongiuntura realizzata da Unioncamere Veneto, il 44,5% delle imprese manifatturiere del Veneto con almeno 10 addetti ha dichiarato di aver adottato una o più tecnologie previste dal Piano Industria 4.0.

 

Con 42.963 imprese green il Veneto è al secondo posto in Italia per numero assoluto di imprese che hanno investito o investiranno nel 2019 in tecnologie e prodotti verdi. Le imprese coesive, quelle cioè che intrattengono relazioni strutturate con le altre imprese, le comunità, le istituzioni, i consumatori, il terzo settore, hanno performance economiche migliori delle altre in termini di fatturato, occupazione, presenza sui mercati esteri. In Veneto le imprese coesive sono il 19% di quelle nazionali e a livello regionale sono il 36,8%, al di sopra della media nazionale (32,4%). In Veneto, il Sistema Produttivo Culturale e Creativo, ovvero quell’insieme di comparti di attività economica collegati al patrimonio storico-artistico, alle performing arts, alle industrie culturali e creative, vale 7,8 miliardi di euro, l’8,2% del totale nazionale.

 

Secondo l’indagine Excelsior nel 2018, le imprese dell’industria e dei servizi hanno programmato oltre 457 mila contratti di lavoro, il 13,5% in più del 2017. In aumento anche il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro, che nel 2018 ha riguardato il 31,2% delle entrate programmate, 6,8 punti percentuali in più del 2017, e la richiesta di profili professionali maggiormente qualificati. Il 42,3% degli oltre 18 mila profili di dirigenti, professioni intellettuali, scientifiche e ad elevata specializzazione ricercate nel 2018 dalle imprese non sono considerati facili da trovare. Quasi la stessa difficoltà di reperimento interessa anche le 54 mila entrate di profili tecnici e le 76 mila di operai specializzati.