Transizione energetica: il contributo delle CER in Veneto per l’autonomia e il contrasto alla povertà energetica. I risultati del progetto “Transizione energetica”

Con 134 Comunità Energetiche attive, il 10% del totale nazionale, il Veneto è una delle regioni più dinamiche sul piano della democratizzazione dell’energia e della coesione territoriale. Grazie a Unioncamere del Veneto, in collaborazione con Dintec, AsVeSS e Community-CER, nel corso degli ultimi 12 mesi sono stati organizzati circa 40 incontri tra webinar, desk di supporto per le imprese, seminari formativi in presenza, modelli di fattibilità e incontri territoriali di progettazione partecipata per accompagnare imprese, associazioni, enti nel percorso di costituzione delle Comunità Energetiche.

Sono i risultati del progetto “Fondo Perequativo Transizione energetica 2023-2024”, presentati nell’evento conclusivo ospitato in Sala Europa al Parco Tecnologico di Marghera, che si è dato l’obiettivo di mettere in rete sistema camerale, mondo accademico, associazionismo, produttori di energia, CER, imprese, Regione Veneto, enti e istituzioni per dare un input concreto alla risoluzione alle sfide sottese alla transizione energetica.

Tra gli interventi realizzati c’è anche la pubblicazione delle nuove Linee Guida CACER sviluppate in collaborazione con MASE, GSE e IlSole24Ore che fornisce un quadro chiaro e operativo su come costituire e gestire configurazioni di CER sostenibili e virtuose, in grado di attivare processi di innovazione tecnologica e sociale. Con la nuova regolamentazione CACER e i fondi PNRR attivi, le CER possono infatti diventare anche uno strumento contro la povertà energetica e per la valorizzazione dei piccoli comuni.

Unioncamere e le Camere di Commercio del Veneto ricoprono un ruolo di primo piano nel promuovere i temi della transizione ambientale ed energetica a beneficio del nostro sistema imprenditorialeha ricordato in apertura il Segretario Generale di Unioncamere del Veneto Valentina Montesarchio –  sia tramite progetti ed iniziative di formazione ed informazione, sia attraverso l’erogazione di finanziamenti dedicati. La realizzazione di CER richiede il coinvolgimento della comunità locale e un ruolo cruciale è svolto dalle istituzioni pubbliche con il Sistema Camerale insieme alla Regione del Veneto, alle pubbliche amministrazioni, alle imprese e alle categorie economiche e agli enti del terzo settore per favorire forme innovative di collaborazione pubblico/privato e un supporto concreto nella fase di gestione”.

Dai tavoli di lavoro sono emersi spunti importanti per migliorare la legislazione e l’operatività delle CER e per superare gli ostacoli principali che ne rallentano la nascita, quali la normativa ancora in evoluzione, gli adempimenti burocratici e i costi iniziali di avvio.

Dopo il saluto e l’introduzione del Presidente AsVeSS Giorgio Santini, sono intervenuti Paola Albonesi direttrice dell’Osservatorio italiano sulla povertà energetica (OIPE) dell’Università di Padova che ha fatto il punto sull’attuazione della transizione energetica evidenziando criticità e opportunità del processo e Francesca Zantedeschi della Direzione Ricerca innovazione e competitività energetica, che ha presentato il nuovo Piano Energetico Regionale, con gli obiettivi e gli impegni del Veneto per la riduzione delle emissioni e l’aumento della produzione da fonti rinnovabili. Alla tavola rotonda hanno partecipato Adriano Toffoli presidente della CER Priula che riunisce oltre 15 comuni del trevigiano, Matteo De Martin referente energia di Confindustria VenetoEst in rappresentanza della CER Parco Industriale San Martino, Tommaso Carrieri referente della CER Energie per la Comunità promossa da un consorzio di cooperative sociali della provincia di Vicenza, Daniela Rader di Italian Building System e Manuel Marangon di B-Cert. Il panel ha fatto emergere alcune prospettive per il consolidamento e lo sviluppo delle CER in Veneto come strumenti di sviluppo e rigenerazione territoriale, rafforzando le sinergie tra pubblico e privato e la partecipazione attiva delle comunità locali.