VenetoCongiuntura III trimestre 2025: manifattura in tenuta debole fra incertezze e nuove sfide. “Mancano significativi segnali di ripresa”

In un contesto economico internazionale incerto, segnato da tensioni geopolitiche, guerre tariffarie e la volatilità del commercio internazionale, l’industria manifatturiera veneta sembra mostrare ancora una volta capacità di resilienza. Nel terzo trimestre del 2025, l’indice destagionalizzato della produzione industriale in Veneto si conferma in tenuta, registrando un incremento congiunturale pari a +1,2%. Anche la variazione tendenziale risulta positiva, sebbene in parte riconducibile al confronto con il 2024, anno in cui alcuni importanti comparti industriali regionali avevano mostrato segnali di particolare difficoltà.

Su base annua, il portafoglio ordinativi del manifatturiero continua a evidenziare una dinamica debole, con un incremento limitato degli ordini interni (+1%) e una lieve flessione di quelli esteri (–0,5%). Il quadro complessivo segnala un mercato ancora privo di impulsi espansivi, collocato in una fase di stagnazione senza tuttavia ulteriori marcati segnali di decelerazione.

Le previsioni degli imprenditori per gli ultimi tre mesi dell’anno restano, tuttavia, positive, in linea con l’Economic Sentiment Indicator (ESI) della Commissione europea aumentato di 1,2 punti ad ottobre in area euro, grazie a un miglioramento della fiducia in quasi tutti i settori – industria, commercio al dettaglio, edilizia – e tra i consumatori. In particolare, il 45% delle imprese si attende un incremento della produzione, il 36% prevede stabilità e il 19% teme una flessione.

Sono i risultati principali di VenetoCongiuntura, l’analisi congiunturale sull’industria manifatturiera realizzata da Unioncamere del Veneto su un campione di circa 2.000 imprese con almeno 10 addetti, cui fa riferimento un’occupazione complessiva di oltre 120.000 addetti.

E’ una fotografia di incertezza e dinamica ancora modesta quella che ci restituisce l’indagine Veneto Congiuntura – commenta il presidente di Unioncamere del Veneto Antonio Santocono – Se potevamo coglierlo dalla percezione delle imprese, che misurano la crescita di un punto percentuale su un periodo tradizionalmente scarico a luglio e agosto, l’analisi dei dati ci dà la consapevolezza di una macchina che viaggia “al minimo”. Il segnale positivo è che ancora una volta, nonostante la complessità a livello internazionale e il grado di instabilità delle politiche commerciali, l’economia veneta non va in segno negativo e mantiene un sia pur lieve incremento. Quello che continua a preoccupare è l’assenza di una spinta decisa verso la crescita e di segnali di significativa ripresa. Insomma, se la pesiamo al netto delle diverse giustificazioni, siamo alla “crescita zero”. Troppo dipendente dalle risorse del PNRR, dai dazi e dal calo dell’export, dai conflitti sullo sfondo. E questo si traduce in prudenza e incertezza generalizzata, con minore stimolo della domanda interna. Come sistema camerale dobbiamo stare vicini alle nostre imprese, con la formazione, con il sostegno alla digitalizzazione, con l’integrazione delle filiere strategiche, con l’apertura a nuove mercati e nuove alleanze commerciali, per mettere a terra competenze e strumenti alla portata di tutti, facendo leva in chiave innovativa sul patrimonio di competenze artigiane, sulla cultura industriale-distrettuale, sull’orientamento naturale all’export. Dobbiamo continuare a offrire accesso a dati e conoscenze che possono orientare uno sviluppo positivo e sostenere i nostri imprenditori, sempre in prima linea nel trovare soluzioni per continuare a sviluppare l’economia del territorio. Abbiamo davanti a noi l’occasione preziosa dell’avvio della nuova legislatura del Veneto per rilanciare un modello collaborativo tra sistema camerale, categorie economiche e Amministrazione Regionale, un partenariato forte e strategico per condividere politiche e azioni a favore della competitività di imprese e territori. A livello internazionale, inoltre, entriamo nella fase di negoziazione della nuova programmazione pluriennale UE, che prevede una maggiore centralizzazione per la gestione dei fondi sul modello PNRR e, quindi, un ruolo più marginale degli enti regionali. Se vogliamo avere programmi aderenti ai reali bisogni dei nostri territori dobbiamo essere compatti e incisivi per cogliere questa occasione per la costruzione di un Veneto sempre più competitivo, attrattivo e solidale”.

Il contesto internazionale e nazionale

Nel complesso, l’economia globale sta affrontando un rallentamento moderato, mentre il commercio internazionale continua a essere volatile, a causa anche dell’incertezza legata alle politiche commerciali. Nel terzo trimestre, il PIL ha mostrato una leggera accelerazione in Cina e nell’area euro. Negli Stati Uniti, le previsioni di una crescita più lenta e di un’inflazione in calo hanno portato alla decisione di ridurre i tassi di interesse a ottobre.

Per quanto riguarda l’Italia, secondo le stime preliminari, il PIL è rimasto stabile nel terzo trimestre rispetto ai tre mesi precedenti. Questo risultato è simile a quello della Germania, ma inferiore alla media dell’area euro, e a quello di Francia e Spagna. In sintesi, mentre alcune economie mondiali mostrano segni di ripresa, l’Italia sembra faticare a mantenere il passo con la crescita media europea, pur riuscendo a recuperare parzialmente nel settore industriale.

Le stime di Prometeia per l’Italia prevedono per i prossimi mesi una crescita, seppure debole, dell’attività economica: nel 2025 il PIL italiano dovrebbe aumentare del +0,5% e negli anni successivi la crescita dovrebbe mantenersi in linea (+0,7% nel 2026 e +0,4% nel 2027).

A livello regionale ci si attende un andamento simile: nel 2025 la crescita dovrebbe attestarsi a +0,7% e mantenersi allo stesso ritmo nei due anni successivi (+0,6% nel 2026 e +0,5% nel 2027). A settembre, l’indice destagionalizzato della produzione industriale è aumentato del +2,8% rispetto ad agosto, compensando la flessione significativa del mese precedente (-2,7%). Tuttavia, l’andamento congiunturale medio del trimestre risulta in lieve diminuzione (-0,5%).

La manifattura veneta

Nel terzo trimestre del 2025, l’industria del Veneto ha mostrato, nonostante l’incertezza del periodo, una sostanziale tenuta: la produzione industriale destagionalizzata è aumentata dell’1,2% rispetto al trimestre precedente, mentre su base annua si registra una crescita tendenziale dell’1,6%

La stabilità è diffusa in tutti i raggruppamenti principali di industrie: una variazione più ampia caratterizza i beni di investimento (+2,4%), mentre sono più contenuti gli incrementi dei beni intermedi (+1,5%) e dei beni di consumo (+1,2%).

A livello settoriale, l’andamento della produzione industriale tra luglio e settembre 2025 non è stato omogeneo. I settori del tessile e abbigliamento (+4,9%), dei metalli e prodotti in metallo (+3,2%), del marmo, vetro e ceramica (+2,4%) e dell’alimentare e bevande (+2,4%) hanno registrato variazioni tendenziali positive rispetto ad un terzo trimestre del 2024 molto negativo. Seguono, con incrementi più contenuti, i comparti delle macchine e apparecchi meccanici (+1,6%) e delle macchine elettriche ed elettroniche (+0,8%), mentre il settore della gomma e plastica si mantiene sostanzialmente stabile (+0,1%). In controtendenza, si segnala una performance negativa nei settori della carta e stampa (-3,8%), del legno e mobile (-3%) e dei mezzi di trasporto (-2%).

Il grado di utilizzo degli impianti si attesta al 69%, sostanzialmente in linea con la media dei precedenti trimestri del 2025 e con quella del 2024 (70 %).

Gli altri indicatori economici

Nel trimestre in esame, gli ordinativi delle imprese manifatturiere restano deboli e segnalano un mercato ancora privo di slancio. La domanda, sia interna sia proveniente dai mercati esteri, appare ancora contenuta, riflettendo l’incertezza del quadro economico generale: su base annua gli ordinativi destinati al mercato interno registrano un incremento del +1%, trainati dalla sostenuta crescita delle opere pubbliche, per effetto delle attività legate al PNRR, mentre quelli provenienti dal mercato estero evidenziano una lieve flessione del -0,5%.

In linea con la crescita della produzione industriale, nel terzo trimestre del 2025 il fatturato delle imprese manifatturiere venete evidenzia un aumento tendenziale del +1,7%. Tale risultato è sostenuto in particolare dai settori del tessile e abbigliamento (+5,3%) e delle macchine ed apparecchi meccanici (+3,8%). Segnano performance negative i comparti legno e mobile (-3,4%), carta e stampa (-2,6%) e mezzi di trasporto (-1,6%).

Le attese degli imprenditori per gli ultimi tre mesi dell’anno evidenziano un orientamento positivo o di stabilità. In particolare, per quanto riguarda la produzione, la quota di imprese che prevede un aumento si attesta al 45,3%, in linea con quanto rilevato nello stesso trimestre del 2024 (44,2%). In crescita è la percentuale di coloro che prevedono una situazione stazionaria, salita dal 31,6% al 35,8%, mentre diminuisce la quota di operatori che si attendono una contrazione dei livelli produttivi, passata dal 24,2% al 18,9% .