CS: Veneto, la contraffazione freno dello sviluppo economico

Vicenza, 19 giugno 2014 – Un danno all’erario di 4,6 miliardi di euro, una perdita di 110mila posti di lavoro all’anno e un giro d’affari illegale da quasi 7 miliardi. Queste le stime della contraffazione in Italia, vero e proprio freno allo sviluppo del sistema economico. In questo contesto nazionale s’inserisce il Veneto, motore del Paese con 146 miliardi di euro di Pil, pari al 9,4% del prodotto interno lordo italiano, che è fortemente penalizzata da contraffazione ed illegalità. In questo campo le Camere di Commercio sono da anni impegnate nel settore della sicurezza dei prodotti attraverso controlli finalizzati alla difesa di salute e sicurezza dei consumatori:, oltre alla tutela della concorrenza leale tra imprese. Nell’ultimo anno le Camere di Commercio hanno svolto quasi 6mila verifiche garantendo su tutto il territorio nazionale una preziosa attività di vigilanza, che rischia di sparire con la cancellazione delle Camere.

Lo scenario è stato tracciato stamane alla Fiera di Vicenza durante la presentazione del rapporto “La situazione economica del Veneto”, curato dal Centro Studi Unioncamere Veneto giunto alla 47esima edizione. A fare gli onori di casa Paolo Mariani, presidente Cciia di Vicenza e Fernando Zilio, presidente Unioncamere Veneto. Sono intervenuti Antonio Selvatici, consulente commissione parlamentare sul fenomeno della contraffazione, ed Elena Donazzan, assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro della Regione Veneto. Il Rapporto è stato presentato attraverso la proiezione del cortometraggio “La notte dell’economia: luci ed ombre di un sistema in trasformazione”, realizzato sabato 7 giugno a Vicenza durante l’installazione interattiva SOTTOTITOLI dell’artista Anna Piratti (www.annapiratti.com).

Altro tema attuale è quello della riforma camerale. «Sono riformista per natura e le Camere di Commercio si devono riformare. Riformati o riformarsi? Preferiamo la seconda portando proposte concrete al Governo. Le Camere di Commercio sono fondamentali nel territorio, redistribuiscono il diritto camerale che ricevono, hanno i bilanci a posto e sono l’unico ente che non pesa sullo Stato. Non capisco questa logica dell’eliminazione – commenta Fernando Zilio, presidente Unioncamere Veneto – . C’è la disponibilità a fare un passo indietro, ma nell’interesse delle imprese. Le Camere di Commercio si adegueranno ma facciamo valere la meritocrazia: ci sono Camere che offrono un servizio al territorio e altre che non hanno bilanci in ordine. Cominciamo da quelle che non hanno la forza di sopravvivere, si dovranno aggregare con altre. Personalmente sono anche per l’elezione diretta da parte delle imprese con la riduzione degli organi».

Il 2013 è stato per il Veneto un altro anno di forte recessione. Il Pil regionale ha chiuso con un’ulteriore contrazione del -1,6% portandosi sotto il livello del prodotto raggiunto all’inizio del decennio. Il Veneto ha spuntato un risultato migliore di Piemonte (-1,8%) e Toscana (-1,7%), mentre Lombardia ed Emilia Romagna hanno segnato performance migliori (rispettivamente -1,3 e -1,6%). Negli ultimi mesi del 2013 però gli indicatori hanno evidenziato un’inversione di tendenza, proseguita anche nei primi tre mesi del 2014. Le previsioni più recenti sul Pil regionale mostrano un incremento su base annua dello 0,9%, in linea col Nordest, che dovrebbe consolidarsi nel corso del 2015. L’aumento sarà determinato dalla dinamica positiva delle esportazioni (+3,4%) e dal recupero della domanda interna, evidenziato dall’accelerazione delle importazioni (+3,7%). Nel 2014 gli investimenti sono attesi in crescita dello 0,8% così come i consumi delle famiglie. Il graduale recupero dell’attività produttiva consentirà una stabilizzazione del mercato del lavoro: l’occupazione rimarrà invariata mentre il tasso di disoccupazione, riflettendo anche l’incremento delle persone in cerca di lavoro, nel 2014 dovrebbe toccare l’8,8% in media d’anno.

I Vincitori del “Premio regionale per lo sviluppo economico del Veneto”