Automotive: preoccupa transizione a elettrico per investimenti e tempi

[online 22.04.2023] Il Veneto è al quarto posto in Italia per numero di imprese produttive del settore automotive, con 350 aziende attive nella produzione di autoveicoli, carrozzerie, parti e accessori, che impiegano oltre 5.400 dipendenti e nel 2022 registrano un fatturato stimato di oltre 1,4 miliardi di euro, l’8% del totale nazionale.

Saranno queste a subire maggiormente l’impatto della direttiva UE che vieta dal 2035 i motori diesel e benzina. Ma gli effetti si vedranno anche sulle oltre 6.000 imprese di manutenzione e riparazione di autovecoli che rappresentano il 55% del totale della filiera. È la fotografia dell’automotive in Veneto, scattata dal centro Studi di Unioncamere regionale.

Oggi quasi il 60% della produzione di componentistica è diretta al mercato estero, in primis in Germania e Francia – commenta il Presidente di Unioncamere del Veneto Mario PozzaLo stop dell’UE alla produzione di motori diesel e benzina dal 2035 avrà un impatto negativo non solo a livello occupazionale, ma anche sull’export veneto. E’ necessario introdurre dei correttivi e sostenere le nostre piccole e medie imprese, che non possono affrontare da sole gli investimenti in innovazione tecnologica, digitalizzazione e formazione del personale necessari alla transizione energetica in tempi così brevi”.

Lo stop alla vendita di motori benzina e diesel porterebbe infatti ad un impatto significativo sul comparto dell’automotive e di tutta la filiera della componentistica, settore strategico dell’economia italiana e regionale.

Sono a rischio 11.283 imprese venete di tutta la filiera per un totale di 26.420 addetti, con un impatto sul fatturato delle imprese produttive che potrebbe superare 1,4 miliardi di euro. Le nostre aziende sono impreparate a una transizione così drastica e ravvicinata, che agevola la Cina già avanti nella produzione di batterie e componentistica per l’auto green e rischia di provocare una drastica riduzione dei posti di lavoro. Ma anche i consumatori subiranno disagi per l’aumento dei costi e per la mancanza di infrastrutture di ricarica”.

IL COMUNICATO STAMPA