Bilanci 2006-2009: la crisi ha azzerato la redditività delle imprese

LA CRISI HA AZZERATO LA REDDITIVITA’ DELLE IMPRESE
NEL 2009 L’IMPOSIZIONE FISCALE HA ANNULLATO GLI UTILI
Il secondo rapporto di Unioncamere del Veneto sui bilanci delle società di capitali

Il peggioramento della situazione del sistema produttivo veneto dal 2006 al 2009, già noto da altri indicatori macroeconomici, viene ora confermato, attraverso l’analisi dei bilanci, anche dalla situazione economico-finanziaria aziendale. La redditività delle imprese, ossia l’utile in rapporto al capitale investito, è andata progressivamente riducendosi fino ad azzerarsi completamente nel 2009 anche per effetto del carico fiscale che, paradossalmente, incide di più quando gli utili lordi sono molto bassi. La situazione finanziaria è comunque rimasta ancora discreta a livello aggregato e ciò fa sperare in una ripresa.

Il quadro emerge dal nuovo Quaderno di ricerca «I bilanci delle società di capitali del Veneto. Un’analisi delle performance economico-finanziarie e della tassazione nel periodo 2006-2009», realizzato dal Centro Studi di Unioncamere del Veneto. La pubblicazione, che prosegue il percorso di ricerca avviato col Quaderno 12 «Il Veneto letto attraverso i bilanci delle imprese», prende in esame gli ultimi dati disponibili di fonte Infocamere. Le società di capitali del Veneto hanno presentato una redditività globale (ROE) ottima nel 2006 (11,7%), molto superiore pure a quella media nazionale (+4,6%), ma tale risultato è andato peggiorando nel 2007 (7,4%), nel 2008 (2,7%) ed è risultato addirittura negativo nel 2009 (-0,1%), primo anno della crisi, mentre a livello nazionale è andata un po’ meglio (0,6%).

La crisi si è dunque manifestata riducendo drasticamente la redditività delle imprese e ciò è avvenuto più marcatamente in Veneto, dove la contrazione delle vendite è risultata superiore a causa del notevole calo dell’export, mentre il mercato interno ha tenuto di più. A livello dimensionale solo le grandi imprese hanno presentato una situazione economica, finanziaria e patrimoniale congrua. Le micro si sono mantenute su posizioni intermedie, le piccole e le medie sono andate peggio. A livello settoriale bene il comparto sanità e assistenza privata (non considerata la componente pubblica). Altri settori con discrete situazioni complessive sono stati i servizi d’informazione e comunicazione e le attività professionali, scientifiche e tecniche. Male i servizi di supporto alle imprese. Nel manifatturiero, che ha mantenuto una redditività positiva, eccellente performance dell’industria elettrica e elettronica.

Il Quaderno si occupa anche dell’imposizione fiscale, rivelatasi estremamente penalizzante per le imprese. Le aliquote effettive risultano ben superiori a quelle nominali. Di fronte a un’aliquota cumulata (Ires+Irap) fissata dalle norme al 31,4%, le imprese venete hanno sostenuto un onere effettivo del 39% nel 2006, mentre un azzeramento completo dell’utile nel 2009. Per l’effetto combinato degli oneri indeducibili e della maggiore base imponibile Irap, vengono maggiormente penalizzati i redditi più bassi. In aperto contrasto con l’art. 53 della Costituzione, le imprese che vanno peggio pagano proporzionalmente più imposte.

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