Carenza personale nelle amministrazioni pubbliche, Pozza: «Serve la regionalizzazione dei concorsi»

Il presidente di Unioncamere Veneto, Mario Pozza, esprime la sua preoccupazione per la mancanza di giudici e di personale nei Tribunali del Veneto che, in media, sfora il 30% ed in alcuni casi come a Venezia raggiunge il 70%. Queste non sono le uniche strutture a lavorare sotto organico, ma è un problema diffuso che riguarda, per esempio, anche l’Inps se si considera che nella nostra regione un dipendente dell’ente ha in carico circa 300 imprese. Un discorso che vale anche per i Comuni e per le Città Metropolitane che dal 2007  hanno visto ridursi del 25% i dipendenti. Una carenza che talvolta genera un rallentamento delle pratiche e l’ingorgo delle procedure che mettono in seria difficoltà le aziende.

Il Presidente di Unioncamere Veneto lancia un grido d’allarme che è condiviso anche da altre associazioni di categoria: è necessario rimettere al centro del dibattito la questione della regionalizzazione dei concorsi per tutte le Amministrazioni Pubbliche. Purtroppo la carenza di organico non è solo un problema di lentezza della burocrazia, ma diventa una perdita di competitività per le imprese e per l’intero sistema economico perché mette a rischio gli investimenti stranieri che non possono fidarsi di un sistema che può portare ad un immobilismo nelle controversie giudiziarie commerciali”.

“I concorsi, così come sono impostati adesso, sono nazionali. Sarebbe opportuno regionalizzarli – sottolinea con forza Pozza – perché anche se c’è l’obbligo di permanenza di 5 anni nella località dell’amministrazione che ha bandito il concorso, ci sono maglie molto larghe nei contratti pubblici per eludere questo obbligo di permanenza. E questo innesca un ulteriore danno per le Amministrazioni, perché il personale che viene formato nel tempo poi se ne va privando di esperienza e competenza l’ente presso il quale è stato assunto. Se invece, i concorsi fossero regionalizzati, questa situazione non ci sarebbe più”. “Paradossalmente il Veneto sta diventando una regione che forma e qualifica il personale pubblico e poi, per evidenti ragioni di avvicinamento alla famiglia e di disagi provocati dalla distanza territoriale, se lo vede trasferire in altri luoghi perdendo non solo il personale ma anche l’investimento formativo”. Analoga cosa succede nel comparto della scuola, meno nella sanità che è già regionalizzata.

“Sono certo che il Ministro Marta Cartabia ascolterà con attenzione questa istanza che proviene dal Veneto, una delle Regioni locomotiva dell’economia del Paese. La riforma della giustizia che è uno dei progetti strategici previsti dal Governo nel PNRR rappresenta un segnale importante nel percorso di riforme. Ritengo, però, che perché questa arrivi a terra ed abbia effetti immediati si debba arrivare ad una  regionalizzazione dei concorsi per tutte le amministrazioni  sia quelle locali che quelle nazionali come  per l’INPS, l’INAIL, così da rispondere alle vere e specifiche esigenze dei territori ed evitare oltre al danno della mancata produttività dell’investimento formativo, anche la beffa del sotto organico permanente.

Il Presidente di Unioncamere Veneto conclude così: “stiamo uscendo dalla pandemia che ha lasciato ferite profonde anche nel sistema economico per questo è indispensabile che il Governo, ancor di più ora, dia ascolto alla voce dei territori che si fanno carico di riportare le esigenze specifiche, per poter rilanciare insieme, l’economia di tutta Italia. E’ difficile attuare le riforme senza le persone che devono poi fare operativamente il lavoro negli uffici”.