Congiuntura: costruzioni, bilancio 2015

IL MERCATO DELLE COSTRUZIONI DEL VENETO: BILANCIO 2015 E PREVISIONI 2016
Fatturato stabile +0,2% nel 2015. Previsioni rosee solo per le ristrutturazioni.
L’edilizia non si rassegna allo “zero virgola”

 

Venezia24 marzo 2016 – Senza vento una barca non affonda ma non va da nessuna parte. L’edilizia in questo momento è in bonaccia. Galleggia semplicemente aspettando che ripartano gli investimenti veri. Siamo immersi nell’economia dello “zero virgola”, ma gli imprenditori adesso “ci credono”. I sentiment per il 2016 degli edili veneti risulta essere infatti migliore dei loro colleghi del manifatturiero e del commercio. Ciò non è però conseguenza di una dinamica tumultuosa: il 2015 è stato un anno di assestamento con un +0,2% di crescita del fatturato complessivo –senza grossi scossoni nel corso dei 4 trimestri. Ma arriva a dar sollievo dopo un periodo terribile. Dal 2008 le imprese venete del settore sono calate dell’12% (-7.300 artigiane e -1.500 non artigiane), l’occupazione dipendente addirittura del -27,8%, che significa in termini reali 30.500 posti di lavoro in meno ed il fatturato si è ridotto di un quarto, -4 miliardi passato da 16 ai 12 miliardi a causa soprattutto del calo delle nuove costruzioni (i permessi a costruire si sono ridotti dell’80%).

L’ottimismo è ulteriormente suffragato dall’ultimo scorcio dell’anno che fa segnare un +0,4% per le imprese non artigiane, mentre quelle artigiane presentano un giro d’affari stabile. Restano al palo i mercati nuovo residenziale, non residenziali e quello delle opere pubbliche, mentre ha grosse potenzialità quello del rinnovo e dell’efficientamento energetico. D’altronde oggi oltre il 56% del patrimonio edilizio veneto (250mila abitazioni e 135mila condomini) ha oltre 40 anni ed è praticamente privo di certificazione energetica. Con una metafora automobilistica viviamo in case “euro 0”. Questi in estrema sintesi i dati che emergono dall’indagine VenetoCongiuntura l’analisi congiunturale del quarto trimestre 2015 sul settore delle costruzioni, promossa congiuntamente da Edilcassa Veneto e Unioncamere Veneto, effettuata su un campione di 600 imprese con almeno un dipendente e presentata oggi in una conferenza stampa a Marghera.

Interessante la dinamica più recente. Il volume d’affari delle imprese registra una dinamica differenziata, per le imprese artigiane e non artigiane, analogamente a quella registrata nei trimestri precedenti. In sintesi il 2015 è stato un anno di assestamento dopo la lunga crisi, con un ritorno “a zero” dopo i picchi negativi del passato, che nell’ultimo scorcio dell’anno fa segnare un +0,4 per cento per le imprese non artigiane, mentre quelle artigiane presentano un giro d’affari stabile.

Questi dati rappresentano sia la fine definitiva del periodo di crisi ma anche il tipo di mercato che le imprese devono aspettarsi nel breve periodo, un mercato di “galleggiamento”, come già evidenziato lo scorso trimestre.
Osservando la dinamica per classi dimensionali, non emergono significativi scostamenti tra le imprese di piccola, media o grande dimensione, mentre qualche differenza significativa emerge dal confronto dei dati relativi alle dinamiche dei mercati provinciali. In flessione Vicenza con -0,7 per cento e Padova con -0,4 per cento. In crescita Treviso che fa segnare un +1,4 per cento ma anche Belluno e Venezia rispettivamente con un +0,5 per cento e un +0,6 per cento. Sostanzialmente stabile Verona con -0,1 per cento e Rovigo con un +0,1 per cento.

Le previsioni Dal punto di vista previsionale le aspettative degli imprenditori delle imprese di costruzioni presentano valori complessivamente positivi e in linea con quelli del trimestre precedente, con una variazione pari a +7,8 punti percentuali (erano +8,0 p.p. lo scorso trimestre). La differenziazione a livello territoriale è molto elevata, dove spicca il dato ancora leggermente negativo di Vicenza e quelli molto positivi di Verona e Rovigo, con Belluno e Venezia a presentare valori comunque positivi, dato che in questo caso il saldo è pari a 10 punti percentuale per Belluno e 13 p.p. per Venezia, mentre Treviso e Padova presentano valori sostanzialmente pari tra saldi negativi e saldi positivi delle risposte.

Le previsioni sull’andamento del mercato residenziale per i prossimi tre mesi rimangono ancora negative, a conferma della frenata degli investimenti in questo settore, anche se con un indice tendenziale che decresce rispetto al trimestre precedente. Prospettive simili per il mercato della nuova costruzione non residenziale, anche se si riduce il numero di intervistati che vedono il mercato negativo, mentre solo l’8,4 per cento prevede una crescita del mercato. Si conferma, come nel trimestre precedente, una attesa diversificata tra piccole, medie e grandi imprese e il dato più significativo, a differenza del trimestre precedente, è una sorta di equiparazione di tutte le province sul dato medio regionale, che vede oltre 7 intervistati su 10, il 72,2 per cento, certi che il mercato rimarrà stazionario, ad indicare che forse anche in questo settore la curva negativa si è conclusa.

Permangono positive le aspettative delle imprese per il mercato delle ristrutturazioni, con un incremento ulteriore rispetto al 35,9 per cento del trimestre precedente, valore che sale al 37,9 per cento nel quarto trimestre 2015, un valore di quasi diciotto punti percentuali superiore a quello del primo trimestre 2015, segno di un consolidamento ulteriore di questo mercato anche nelle aspettative delle imprese. Dal punto di vista territoriale le province di Rovigo e di Vicenza mostrano i dati tendenziali di maggior aumento nelle aspettative delle imprese. Ancora stabili le aspettative delle imprese rispetto al mercato delle opere pubbliche, con il 73,3 per cento dei rispondenti che vede il mercato invariato.

Questi gli highlights dell’analisi presentati stamani in sede EBAV alla presenza di Virginio Piva, Presidente di Edilcassa Veneto, Valerio Franceschini, Vicepresidente di Edilcassa Veneto, Federico Della Puppa coordinatore osservatorio Edilcassa e Serafino Pitingaro del Centro Studi Unioncamre.

Virginio Piva, Presidente Edilcassa Veneto ha affermato che: “Non possiamo e non vogliamo rassegnarci a questi valori che non esprimono la vera potenzialità delle nostre imprese e del nostro mercato. Ci attendono grandi sfide. La riqualificazione urbana e quella energetica sono il futuro del nostro settore. Le nostre imprese lo sanno e hanno imparato che da una crisi forte e pesante come quella che non è del tutto alle nostre spalle, si esce solo innovando i mercati e innovando i metodi di intervento, le capacità e le conoscenze, le competenze e la professionalità. Tuttavia l’anello debole sta a monte, sta in chi dovrebbe darci orizzonti di sviluppo di lungo periodo e invece tentenna”. ” Valerio Franceschini, Vicepresidente Edilcassa Veneto ha sottolineato: “L’edilizia è sempre stata uno dei motori dello sviluppo del nostro paese, ma un motore ha bisogno di benzina per funzionare e il nostro carburante scarseggia perché il sistema bancario non aiuta gli investimenti veri, quelli solidi, non quelli speculativi. Le notizie sugli scandali finanziari di alcune banche hanno messo a nudo un sistema finanziario a cui piace giocare su elementi speculativi e su prodotti finanziari cosiddetti“immateriali”. A noi piace lo sviluppo vero, quello solido, e anche in questo senso ci aspettiamo risposte più concrete da chi governa, risposte strutturali e non semplici, anche se utili, emendamenti alla legge di stabilità. Perché riparta il settore abbiamo bisogno di un sistema bancario e finanziario che aiuti gli investimenti veri, quelli solidi, non quelli speculativi. Un po’ meno finanza creativa e un po’ più finanza concreta. Sarebbe già un primo utile passo che garantirebbe una ripresa non solo economica ma anche occupazionale. Perché il primo indicatore dello sviluppo è la capacità di creare lavoro e il nostro settore in passato ha saputo dimostrare di essere un vero motore occupazionale e produttivo. E’ quello che auspichiamo e speriamo che il vento, prima o poi, arrivi davvero”.

I dati, illustrati da Serafino Pitingaro, responsabile Area Studi e Ricerche, Unioncamere del Veneto e Federico Della Puppa, coordinatore Osservatorio Edilcassa Veneto, hanno posto l’attenzione su alcuni aspetti:
Ordini: L’andamento degli ordini ha registrato un aumento del +0,1 per cento rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. La dinamica è risultata positiva per le imprese del comparto non artigiano (+0,5%) mentre la aziende artigiane hanno registrato un -0,1%. Sotto il profilo dimensionale la dinamica tendenziale è ascrivibile alla variazione positiva delle imprese di media dimensione (da6 a 9 addetti, +0,4%) mentre registrano una situazione incerta le grandi (10 addetti e più, -0,1%). A livello territoriale, fatta eccezione per Vicenza e Padova (rispettivamente -1,9% e -0,5%), tutte le province hanno evidenziato variazioni positive. In particolare, Belluno e Rovigo, +1,6 per cento, a seguire Treviso con un +1 per cento.
Prezzi: Il livello dei prezzi ha registrato un aumento del +1,2 per cento rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente (era +1,6% nel terzo trimestre 2015). Al contrario dello scorso trimestre, la crescita è superiore per le imprese non artigiane (+1,4%) rispetto a quelle artigiane (+1,1%) mentre per quanto riguarda il profilo dimensionale sono le piccole imprese a subire un aumento più sostanzioso (+1,5%) rispetto alle imprese di più grandi dimensioni (+1%). A livello territoriale a soffrire maggiormente dell’incremento dei prezzi sono le province di Treviso (+2,4%), Venezia e Rovigo (+1,8% e +1,4%) con variazioni superiori alla media regionale.
Occupazione: L’occupazione registra una lieve flessione del -0,1 per cento in linea con la variazione dello scorso trimestre. La dinamica è dovuta alla variazione positiva delle imprese non artigiane (+0,9%) in contrapposizione a quella del comparto artigiano (-0,9%). A livello dimensionale risulta positivo il trend delle imprese di medie dimensioni con una variazione del +2,1 per cento seguite da quella delle grandi imprese (+0,6%) mentre le più piccole (-1,8%). Sotto il profilo territoriale il dato occupazionale registra variazioni positive per le province di Belluno (+0,9%), Rovigo (+0,8%) e Venezia (+0,7%) stabile la situazione di Verona mentre le altre province segnano variazioni negative.