IL MERCATO DELLE COSTRUZIONI DEL VENETO I° trim 2015
Per il fatturato primo segno positivo dall’inizio delle rilevazioni: +0,2% rispetto al 1 trim 2014. Le aziende più strutturate guidano la svolta (+0,4%). Timidi segnali anche dalle piccole imprese
Previsioni: vola la ristrutturazione (+20%)
Venezia26 giugno 2015 – Per l’edilizia veneta la crisi si arresta. Nel primo trimestre 2015, sulla base dell’indagine Veneto Congiuntura, l’analisi congiunturale sul settore, promossa congiuntamente da Edilcassa Veneto e Unioncamere Veneto effettuata su un campione di 600 imprese con almeno un dipendente, il fatturato delle imprese di costruzioni ha registrato un aumento del +0,2 per cento rispetto allo stesso periodo del 2014. Timidi segnali arrivano dalle aziende più strutturale (+0,4%). Al palo le piccole imprese. Nelle previsioni “volano” le ristrutturazioni (+20%).
“Nel settore delle costruzioni siamo ancora alle prese con variazioni da “zero virgola”, il che non autorizza a facili entusiasmi. In compenso emerge un dato estremamente significativo in ordine all’aumento, questo sì robusto e generalizzato, relativo al mercato delle ristrutturazioni che vede le aspettative delle imprese crescere di oltre il 20 per cento”. Per Fernando Zilio, presidente di Unioncamere Veneto, è soprattutto questo l’elemento di novità che merita di essere sottolineato nell’indagine di VenetoCongiuntura. “Mi sembra di poter scorgere -continua Zilio– una sorta di “rivoluzione copernicana” nell’approccio, sia da parte delle famiglie che delle imprese, nei confronti di un patrimonio immobiliare esistente che va recuperato e rivitalizzato in un’ottica, da un lato, di risparmio del territorio e, dall’altro, di rilancio del comparto delle costruzioni che, nella nostra realtà, vanta professionalità di assoluto livello”.
“I segnali positivi di un rientro della crisi –dichiara Virginio Piva Presidente di Edilcassa Veneto– sono uno stimolo ad interrogarci per capire dove andrà il futuro sviluppo del settore se lasciato solo e non supportato dal sistema bancario e finanziario che, a questo punto, non ha più scuse per non aiutare le imprese a ripartire dopo sette anni di stop”. “Questa è stata una crisi lunga, grave che ha pesato seriamente sulle famiglie –ammette Federico Salvatore VicePresidente Edilcassa– e che sta costituendo un cambio, non epocale ma d’epoca. Per rispondere alle esigenze che si profilano non è più sufficiente riuscire a garantire un reddito e un’occupazione congrua, ma è necessario che questi si inseriscano in un nuovo modo di produrre, caratterizzato anzitutto da legalità e trasparenza, non scordiamo gli scandali in edilizia, ma anche collegato al rispetto dell’ambiente e alle esigenze del territorio. Nelle attuali condizioni non ci potrà essere uno sviluppo se non sarà integrato”.
Le imprese di costruzioni presentano nel primo trimestre 2015 una situazione di leggero miglioramento della dinamica di mercato. La variazione tendenziale è ascrivibile a una dinamica in aumento del fatturato delle imprese non artigiane (+0,4%) e una situazione di stallo, ma tendente al positivo, per le imprese artigiane (+0,1%).
Un andamento dunque per la prima volta positivo dall’inizio delle rilevazioni (1 trimestre 2010), anche se con valori deboli, ma il segnale è chiaro per entrambe le tipologie di impresa. La dinamica positiva e tendente al miglioramento deriva anche dall’interpretazione del sentiment delle imprese rispetto all’andamento del fatturato che nel saldo delle risposte degli intervistati, presenta sostanzialmente e per la prima volta dall’inizio della crisi la tendenza allo zero.
E’ ovviamente troppo presto per parlare di ripresa, tuttavia la dinamica suddivisa per classi dimensionali delle imprese “premia” quelle più strutturate (10 e più addetti), che presentano una dinamica positiva +0,8 per cento. Male quelle di media dimensione, (da6 a9) addetti, con un dato tendenziale negativo pari al -0,5 per cento. Stabili quelle fino a 5 addetti (+0,1 per cento).
Dal punto di vista territoriale le differenze rispetto alla dinamica media complessiva sono significative ed evidenziano una situazione ancora instabile: alla crescita della provincia di Verona corrisponde una dinamica negativa della provincia di Treviso, mentre le altre province presentano dinamiche vicine a quelle medie regionali, con l’eccezione di Belluno e Padova in leggera crescita.
Ordini: L’andamento degli ordini ha registrato un lieve aumento sul dato tendenziale, con una crescita del +0,3 per cento rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, con una crescita più significativa del settore non artigiano, +0,6 per cento, superiore a quella media del settore artigiano, pari a +0,1 per cento. Sotto il profilo dimensionale la variazione è stata positiva per le imprese di piccola dimensione (+0,3 per cento) mentre l’andamento degli ordinativi è risultato stazionario sia per le aziende di media dimensione e in crescita per quelle di maggiori dimensione (10 e più addetti, +0,6 per cento).
Prezzi: Il livello dei prezzi non ha registrato sostanziali cambiamenti nella media regionale generale rispetto al quarto trimestre 2014 restando a +1,5 per cento, in diminuzione rispetto al terzo trimestre 2014, quando era pari a +1,8 per cento.
Occupazione: La variazione tendenziale dell’occupazione presenta una dato di stabilità, pari ad una variazione nulla, ma con dinamiche diversificate tra imprese artigiane, in calo del -1,5 per cento, e imprese non artigiane, in crescita del 2,0 per cento. Il trend negativo dell’occupazione nelle imprese artigiane si riflette in un dato ancora più negativo per le imprese di piccola dimensione, che presentano una dinamica in flessione pari a -3,4 per cento, a fronte di una crescita di ben 4,2 punti percentuali delle imprese più strutturate, segno di una probabile nuova fase di mercato da monitorare nei prossimi mesi per valutarne l’effettiva concretezza e portata.
Previsioni: Dal punto di vista previsionale per la prima volta le aspettative delle imprese presentano un primo dato positivo, con un saldo delle risposte pari a +6,1 punti percentuali, un dato che evidenzia che il mercato potrebbe avere imboccato una strada di lenta e debole, ma significativa, inversione di tendenza. Un dato molto interessante riguarda la differenza tra aspettative delle imprese mediamente più strutturate e di quelle fino a 5 addetti, con uno scarto positivo per quelle con 6 e più addetti, segno di un mercato che se si sta muovendo verso quei lavori per i quali sono necessarie imprese di maggiore dimensione.
Le previsioni sull’andamento del mercato residenziale per i prossimi tre mesi rimangono negative, anche se il tasso tendenziale dei saldi delle risposte lasciano intravedere una possibile tendenza al rallentamento deciso della crisi che ha colpito questo settore pesantemente e che lo sta ancora colpendo.
Dinamiche simili per il mercato della nuova costruzione non residenziale, con le aspettative delle imprese che rimangono, anche se in diminuzione, ancora negative, con un saldo complessivo che passa dal -20 per cento del terzo trimestre 2014 al -18 per cento del quarto trimestre 2014 per giungere al -5,7 per cento del primo trimestre 2015.
Aspettative sempre positive per il mercato delle ristrutturazioni. Il 21,4 per cento delle imprese, sia del settore artigiano che non artigiano, ha attese positive, con una differenza tra artigiani, +18,8 per cento, e non artigiani, +21,4 per cento, che individua come questo mercato inizi a mostrare dinamiche della domanda diverse, probabilmente meno concentrate nei piccoli e nei micro lavori e orientate ad una offerta più strutturata, come peraltro emerge leggendo le aspettative per tipologia di impresa, dove le imprese fino a 5 addetti presentano il 18,8 per cento di attese positive e le imprese con 6 e più addetti superano ampiamente il 29 per cento.
Diminuisce la negatività delle attese per il mercato delle opere pubbliche, con le imprese che nella maggior parte dei casi, ben il 79,3 per cento, vede il mercato stazionario, e con un saldo complessivo delle risposte pari al -7,7 per cento.