Congiuntura: Industria Itr 2012

INDUSTRIA, I TRIMESTRE 2012 IN CADUTA: -3,6% SUL 2011 E -1,9% CONGIUNTURALE
Le microimprese soffrono, si salva l’export (+3,1%) ma mercato interno bloccato. Sale la sfiducia
Bianchi: «All’orizzonte non si intravede ancora una svolta del ciclo economico»

Nel primo trimestre 2012, sulla base dell’indagine VenetoCongiuntura, la produzione industriale ha registrato una flessione del -3,6% rispetto allo stesso periodo del 2011, mentre la variazione congiunturale destagionalizzata è stata del -1,9%. L’analisi congiunturale sull’industria manifatturiera di Unioncamere del Veneto, con la collaborazione della Confartigianato del Veneto, è stata effettuata su un campione di 2.748 imprese con almeno 2 addetti.

«Come era nelle previsioni, anche il primo trimestre 2012 ha registrato una nuova contrazione della produzione industriale sia in termini congiunturali (-1,9% il dato destagionalizzato)  che tendenziali (-3,6%) – ha sottolineato Alessandro Bianchi, presidente Unioncamere del Veneto –. Per le micro e piccole imprese i dati sono decisamente più negativi. Si tratta di dati meno negativi rispetto al previsto e, soprattutto, migliori di quelli nazionali. Tuttavia non sono sufficienti per immaginare che siano il preludio ad una  svolta del ciclo economico, anzi. L’indice della produzione industriale resta a quota 102, il che significa circa 12 punti sotto il livello registrato nel giugno 2008 (era 114). La speranza di una ripresa è agganciata agli ordini esteri, che tentano di arginare l’avvitarsi della crisi. I dati negativi della produzione si riflettono anche al mercato del lavoro con un incremento della CIG sia per numero di lavoratori che per numero di aziende coinvolte. Preoccupano le aspettative degli operatori economici per i prossimi mesi, che sono in peggioramento rispetto ai primi mesi del 2012, e l’evoluzione dello scenario internazionale, che potrebbe ulteriormente volgere in senso negativo soprattutto nella zona euro».

Produzione industriale
Sotto il profilo settoriale, solo le imprese di maggiori dimensioni (250 addetti e più) registrano un aumento della produzione (+1,2%). Il calo più marcato riguarda le microimprese (2-9 addetti) con -7,7%, seguite dalle piccole imprese (10-49 addetti) con -5,2% e dalle medie (50-249 addetti) col -2,4%. La dinamica negativa si rileva sia per le imprese che producono beni di consumo (-4%) sia beni intermedi (-4,1%) e strumentali (-2%). Calo della produzione generalizzato a livello settoriale: la diminuzione più marcata riguarda legno e mobile (-8,4%), marmo, vetro, ceramica e altri metalli non metalliferi (-8,2%), carta e stampa (-7%). Calo meno accentuato per metalli e prodotti in metallo (-2,7%), gomma e plastica (-1%), macchine e apparecchi meccanici (-0,5%).

Fatturato interno ed estero
Il trend negativo è confermato dalla diminuzione del -2,5% del fatturato su base annua. La peggior performance è ascrivibile alle micro (-7,2%) e piccole imprese (-5,1%), in aumento solo il fatturato delle grandi imprese (+2,7%). Sotto il profilo settoriale spicca l’incremento nell’industria alimentare, bevande e tabacco (+3,2%), gomma e plastica (+1,6%) e delle macchine e apparecchi (+0,3%). In caduta i settori legno e mobile (-8,4%), carta e stampa (-7,3%) e mezzi di trasporto (-6,3%). La variazione negativa è ascrivibile a una forte diminuzione del fatturato interno rispetto a un aumento di quello estero che, seppur positivo, non è sufficiente a bilanciare il trend complessivo. Il fatturato estero ha registrato una crescita del +3,1% (+7% le grandi imprese, -7,7% le microimprese) grazie soprattutto ai settori alimentare, bevande e tabacco (+12,5%), gomma e plastica (+6,3%) e macchine ed apparecchi meccanici (+5,2%). Segno meno per l’industria del marmo, vetro, ceramica e altri minerali non metalliferi (-13,6%) e mezzi di trasporto (-8,2%). Il fatturato interno ha mostrato una forte contrazione del -5,2% (-7,1% le microimprese) dovuta in primis al comparto del legno e mobile (-10,5%), macchine elettriche ed elettroniche (-9,3%), carta e stampa (-6,7%).

Ordinativi
Gli ordinativi hanno segnato un calo del -4,5% su base annua (-8,8% le microimprese). Il trend migliore ha riguardato il comparto alimentare, bevande e tabacco (+0,3%), mentre risultano in forte diminuzione i settori marmo, vetro, ceramica e altri metalli non metalliferi (-9,8%) e legno e mobile (-8,5%). Leggera flessione degli ordinativi dal mercato estero (-0,5%), determinata dalle microimprese (-6,2%). I settori con le performance migliori sono gomma e plastica (+6,6%) ed alimentare, bevande e tabacco (+3,9%), mentre risultano negative l’industria dei mezzi di trasporto (-7,3%) e della carta e stampa (-5,8%). Continua la tendenza negativa per gli ordinativi dal mercato interno (-6,6%) relativamente a tutte le dimensioni d’azienda, in particolare le microimprese (-9,1%). I settori più colpiti sono macchine elettriche ed elettroniche (-11,4%), marmo, vetro, ceramica e altri minerali non metalliferi (-11,3%) e legno e mobile (-10,4%).

Occupazione
Lieve flessione dell’occupazione con un -0,8% su base annua (-0,2% nel trimestre precedente). Il calo maggiore riguarda le imprese di maggiori dimensioni (-5,8%). Sotto il profilo settoriale il calo maggiore è stato registrato nel comparto alimentare, bevande e tabacco (-5,4%) e legno e mobile (-2,5%). Positiva risulta invece la dinamica occupazionale nei settori dei metalli e prodotti in metallo (+0,9%) e delle macchine e apparecchi meccanici (+0,7%). Contemporaneamente è aumentata su base annua sia la quota di lavoratori in CIG (dal 4,5 al 5,1%) che la quota di imprese che ha dichiarato lavoratori in CIG (dal 10,8 al 13,2%).

Previsioni
Continua il pessimismo degli imprenditori per i prossimi tre mesi (saldo -22,8 punti percentuali rispetto ai -16,3 p.p. del trimestre precedente). Perdita di fiducia anche per l’indicatore del fatturato (-20,8 p.p. contro il -15,1 p.p. del trimestre precedente). Negative le attese per gli ordinativi dal mercato interno (-28,4 p.p.) mentre quelle per il mercato estero, pur negative, migliorano (-3,6 p.p. contro il -7,8 p.p. del trimestre precedente). Cresce la sfiducia anche per l’occupazione (-12,9 p.p., -7,5 p.p. nel trimestre precedente).