COVID, oltre 5,3 miliardi di mancate vendite all’estero: le imprese venete ostacolate dalla pandemia riescono a rimanere solide sui mercati internazionali

COMUNICATO STAMPA | Venezia, 20 marzo 2021

Il Covid ha duramente compromesso le vendite globali delle imprese venete e, analizzando i dati Istat, il 2020 si chiude con una perdita di fatturato estero di oltre 5,3 miliardi di euro rispetto all’anno precedente. I ricavi internazionali del Veneto nel 2019 avevano raggiunto il valore record di 65 miliardi di euro, nel 2020 a causa della pandemia il dato è arretrato sotto il 60 miliardi, in calo dell’8,2% su base annua, flessione leggermente meno marcata rispetto alla media nazionale (-9,7%) e in linea con quella del Nordest. La contrazione nell’anno della pandemia è comunque più limitata di quella registrata nell’anno della crisi finanziaria mondiale del 2009 (-21,5%), comprovando la forte vocazione internazionale dell’industria veneta e la solidità delle imprese anche in un momento così complesso.

Osservando l’andamento delle esportazioni nelle due metà dell’anno si evidenziano dinamiche contrapposte a causa del propagarsi del virus e delle varie limitazioni di attività. Nel primo semestre l’export veneto ha conosciuto una flessione del -15,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a causa dell’accentuato arretramento (di oltre un quarto) dell’export nei mesi clou del lockdown (aprile-giugno 2020). Nel secondo semestre si è invece registrato un certo recupero (-1,2%) grazie alla stabilità nell’ultima parte dell’anno, facendo sperare in una ripresa del commercio internazionale nel 2021. Le ultime previsioni di Prometeia vedono infatti per il Veneto un rimbalzo delle esportazioni di beni verso l’estero quest’anno del +6,7% e i primi dati vedono la ripartenza grazie al traino dai Paesi extra-Ue. Pur nell’attendismo di fondo delle imprese industriali venete, anche l’indagine VenetoCongiuntura di Unioncamere del Veneto ha evidenziato una positività diffusa tra le imprese per la domanda estera: il 36% delle imprese intervistate scommette per una crescita degli ordini dall’estero nel primo scorcio del 2021, contro un 25% di imprese che resta invece scettica al riguardo.

I recenti dati diffusi dall’Istat confermano l’impatto devastante e preoccupante del Covid -19 sull’export una leva strategica per le nostre imprese. Questi dati mettono nero su bianco le previsioni annunciate nei mesi precedenti e naturalmente stanno lasciando un segno profondo nel nostro tessuto economico. Le nostre imprese, però, hanno tutte le carte in regola per resistere all’uragano Covid-19 e la regione rimanga leader e trainante per l’export italiano anche in questa situazione critica per l’economia mondiale – afferma il Presidente di Unioncamere del Veneto, Mario Pozza. Ciò che mi preoccupa, però, è un fattore latente che rischia di bloccare la ripresa delle nostre aziende anche in termini di export. Infatti Cina e sud-est asiatico stanno correndo più di noi, e hanno tutto l’interesse a favorire, nelle forniture, le loro aziende, piuttosto che farle arrivare a noi. Ciò ci sta creando degli svantaggi: sono diverse le aziende che mi segnalano difficoltà di approvvigionamento dalla Cina. E’ un tema di politica industriale da gestire a livello europeo, quello che in questi giorni sto ponendo in più occasioni: bisogna ridurre la nostra dipendenza economica dalla Cina e attuare un piano di rientro, possibilmente in Italia o almeno in Unione europea, di produzioni strategiche”.

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