Evoluzione dei distretti veneti

DECLINO, GERARCHIZZAZIONE O RIPRODUZIONE?
I NUOVI SCENARI DEI DISTRETTI VENETI
Presentato un rapporto sui cambiamenti dei distretti orafo, occhialeria e calzaturiero

Declino, gerarchizzazione oppure riproduzione evolutiva? Fra crisi e trasformazione cambia lo scenario dei distretti in Veneto. Il quadro emerge da “Distretti industriali tra crisi e cambiamento evolutivo: evidenze da tre distretti veneti”, rapporto nato dalla collaborazione tra il Centro Studi di Unioncamere Veneto e il Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università di Padova. Il rapporto illustra le trasformazioni avvenute nell’ultimo decennio nei distretti industriali focalizzandosi su tre dei maggiori distretti veneti: il calzaturiero della Riviera del Brenta, l’occhialeria di Belluno e l’orafo di Vicenza. Prendendo in esame dinamica demografica, andamento delle performance economico-finanziarie e presenza di aziende leader o in forte crescita all’interno dei distretti, vengono a delinearsi tre scenari diversi ascrivibili a ciascuno dei distretti considerati: il declino per l’orafo vicentino; la gerarchizzazione per l’occhialeria di Belluno; la riproduzione evolutiva per il calzaturiero della Riviera del Brenta.

Il rapporto è stato presentato oggi pomeriggio durante un convegno promosso da Unioncamere Veneto, con la collaborazione della Federazione Distretti Italiani e BNL Gruppo BNP Paribas.

«Questo lavoro di ricerca testimonia la sinergia e la collaborazione tra Sistema Camerale e Sistema Accademico grazie alla condivisione e valorizzazione del patrimonio informativo a disposizione delle Camere di Commercio e alla competenza di analisi e ricerca propria dell’Università di Padova – sottolinea Gian Angelo Bellati, segretario generale Unioncamere del Veneto –. Questa iniziativa diventa ancora più significativa se guardiamo all’oggetto della ricerca. Nonostante la crisi globale e del modello che ha sostenuto per anni lo sviluppo economico della nostra regione, il Made in Italy è il nostro punto di forza nel mondo: su di esso dobbiamo investire innalzandone la qualità e qualificandone sempre più l’origine, rendendo partecipi i consumatori della sfida della trasparenza in cui sono impegnate le nostre imprese».

«Lo studio conferma che siamo di fronte ad una ridefinizione delle realtà territoriali – spiega Daniela Fontana, direttore della Federazione dei Distretti Italiani –. A tale riguardo confidiamo molto sulla nuova normativa di politica industriale in attesa di essere approvata dal Consiglio Regionale Veneto che adotta una logica selettiva pensando a progetti di un certo respiro capaci di aumentare le chance evolutive dei distretti industriali».

«BNL Gruppo BNP Paribas punta ad essere, sempre più, banca di riferimento dell’economia reale, di quell’Italia in grado di esprimere idee imprenditoriali di successo a livello nazionale ed internazionale – dichiara Fernando Morelli, direttore territoriale Retail e Private Nord Est –. E’ nell’ambito di tale impegno che BNL, ponendosi come un vero e proprio partner degli imprenditori, li sostiene e li affianca direttamente nei territori in cui essi operano, grazie anche ad accordi con qualificate realtà, che rappresentano i più diversi settori produttivi. E’ nata così la collaborazione tra BNL e la Federazione dei Distretti Industriali, che ha già consentito di rispondere, in modo ulteriormente mirato, ad esigenze connesse tanto alle gestione quotidiana delle aziende quanto a progetti di sviluppo, in Italia e all’estero».

–          A SEGUIRE I RISULTATI DELLO STUDIO –

Secondo l’analisi demografica, il distretto della Riviera del Brenta è l’unico che ha subito solo una leggera contrazione tra 2002 e 2011 (-5,2%) mentre il distretto dell’occhialeria e quello orafo hanno subito un forte ridimensionamento perdendo quasi la metà delle imprese in attività (-47,3% e -42,4%). Se però nel distretto orafo si è ridotto di molto anche il numero di addetti, nel distretto dell’occhiale la riduzione è stata molto meno accentuata suggerendo che le grandi aziende del territorio abbiano assorbito, almeno in parte, il capitale umano fuoriuscito dalle aziende distrettuali non più in grado di stare sul mercato.

In tutti i distretti considerati, le società di capitali hanno incrementato in misura significativa la loro incidenza raggiungendo la quota massima del 42,6% nell’orafo. L’incidenza è cresciuta soprattutto nei distretti che hanno subito una significativa erosione dello stock di aziende attive (orafo e occhialeria) suggerendo che le aziende più strutturate siano quelle che hanno mediamente retto meglio alle sfide competitive dell’ultimo decennio a scapito di quelle di minori dimensioni.

A fronte di una riduzione del numero di aziende manifatturiere intermedie o finali, si è registrato invece nel territorio di ciascun distretto un forte aumento di aziende specializzate in servizi ad alto valore aggiunto di conoscenza, come design e comunicazione, servizi professionali, ICT e altri servizi a supporto dell’attività di altre aziende (KIBS). Sebbene i KIBS non generino un fatturato complessivo e un numero di occupati comparabili con quelli relativi alle specializzazioni manifatturiere, è interessante rilevare come in tutti i territori analizzati il loro numero superi ormai quello delle aziende specializzate nelle produzioni distrettuali. È facile ipotizzare che questa ampia offerta di servizi abbia trovato, soprattutto nei distretti orafo e dell’occhialeria, una domanda abbastanza capiente da parte di settori diversi da quelli corrispondenti all’aggregato distrettuale.

Secondo le performance economico-finanziarie delle aziende distrettuali fra 2006-2010, limitatamente alle società di capitali, il fatturato generato dal distretto della calzatura del Brenta tra il 2006 pre-crisi e il 2010 non solo non è diminuito, ma è addirittura aumentato del 9,6%, a conferma della dinamicità del distretto. In particolare, diverse imprese distrettuali sono riuscite ad occupare una posizione difendibile nelle catene globali diventando riferimento di griffes internazionali. Un aumento maggiore ha caratterizzato il distretto dell’occhialeria, pur essendo quello che ha subito la più grave perdita in termini di imprese attive. Nel distretto bellunese, infatti, il fatturato è cresciuto del 18,6%. Il distretto orafo, invece, ha subito un crollo anche del fatturato, minore del 18,4% rispetto al valore del 2006.

Infine si è analizzata la concentrazione del fatturato nel distretto, misurata come fatturato cumulato dalle prime 5 imprese. La forte riduzione delle aziende nel distretto dell’occhialeria si associa a una concentrazione elevatissima delle risorse produttive in pochissimi soggetti (98% compresa Luxottica). Specularmente opposta la situazione del distretto orafo: la concentrazione non risulta elevata (40%) se confrontata con il resto del Veneto, dove lo stesso rapporto assume un valore più che doppio grazie all’incidenza del Gruppo Morellato. Superiore, ma non di molto, la concentrazione nel distretto della calzatura, dove si è visto che la popolazione delle imprese non ha subito una pesante contrazione (41%). Questo valore si colloca invece decisamente al di sopra del dato settoriale nel resto del territorio veneto (19%), a segnalare una capacità differenziale dei calzaturifici di questo distretto ad intraprendere percorsi di crescita aziendale di un certo rilievo.