La busta paga unica europea, uno strumento per semplificare
e favorire l’internazionalizzazione di imprese e lavoratori
Venezia, 10 settembre 2013 – Risparmio di tempo e di costi nell’amministrazione del personale, e una maggior trasparenza: sono queste le conseguenze immediate se i paesi Ue facessero adottare alle imprese con sede nell’Unione una busta paga unica. Una soluzione tecnica semplice e a costo zero la cui intuizione, che parte dalla nostra regione, si deve a professionisti e tecnici del settore: l’Ancl Veneto, il sindacato dei consulenti del lavoro, e l’Aniv regionale, l’associazione degli ispettori di vigilanza, con l’apporto fondamentale di Eurosportello Veneto, il dipartimento Politiche Comunitarie di Unioncamere del Veneto. Un’intuizione che, attraverso il tavolo tecnico aperto fra i tre enti e il coinvolgimento di Centro Paghe srl, azienda di software e servizi informatici, si è tradotta in una bozza di cedolino unico che sarà presentata ufficialmente nel convegno internazionale in programma il 27 settembre a Mirano cui parteciperanno funzionari europei ed europarlamentari.
Sul piano pratico la busta paga unica europea è un modello di cedolino dove tutti i dati relativi all’impresa, al lavoratore, alla contribuzione, alla previdenza etc. sono stati armonizzati in uno schema ragionato e comprensibile. In modo che, anche senza la presenza di una traduzione, il “professionista lavorista”, ma anche l’imprenditore o il lavoratore stesso, che deve esaminare le buste paga in vista della dichiarazione dei redditi, dei calcoli ai fini pensionistici o di altre necessità sappia esattamente dove e cosa guardare. La bozza preparata da Centro Paghe, su indicazione del tavolo tecnico Ancl-Aniv-Eurosportello, evidenzia che la burocrazia non è un dramma solo italiano: è composta infatti di ben 600 voci, fra comuni e discrezionali in base alla legislazione del singolo paese, segno che nella Ue in generale c’è bisogno di semplificazione.
Per i professionisti del settore arrivare a un “sistema comune europeo”, tradotto nella busta paga unica, è urgente: l’internazionalizzazione delle imprese e la migrazione dei lavoratori da un paese all’altro, anche per brevi periodi, sono una realtà in costante crescita, soprattutto nella Ue che promuove la libera circolazione dei lavoratori nei paesi comunitari (cfr. dati). Questo significa dover incrociare a fini reddituali, contributivi, previdenziali e fiscali i dati dei diversi impieghi, con imposizioni e importi diversi a seconda del paese e degli istituti relativi. Un confronto che anche il lavoratore deve poter fare, per esempio, nella valutazione di un nuovo impiego all’estero o nell’eventuale rimborso di tasse al rientro nel paese d’origine, per non parlare dei calcoli ai fini pensionistici.
Per questo si è reso necessario aprire una discussione, in modo che l’intuizione partita dal Veneto arrivi subito alle sedi istituzionali opportune. Il 27 settembre a Mirano, al Cinema Teatro, si terrà il seminario di studi internazionale La busta paga europea, una soluzione per: integrare, competere lealmente, semplificare. Nella giornata si studierà la realtà della libera circolazione dei lavoratori in ambito Ue, i quadri normativi comunitari, il percorso per l’adozione di questo nuovo strumento e i suoi effetti, le sperimentazioni che si possono mettere in atto. Il seminario vedrà la partecipazione di autorevoli tecnici (cfr. programma), ed è dedicato a tutti i professionisti che si occupano di lavoro: consulenti del lavoro, ispettori, commercialisti, avvocati lavoristi etc., ma anche ai rappresentanti del mondo imprenditoriale.
Gian Angelo Bellati, segretario generale Unioncamere del Veneto
«Il nostro obiettivo non è solo quello di spiegare i vantaggi per l’Italia e il Veneto della libera circolazione dei lavoratori all’interno dell’UE, ma anche quello di formulare proposte concrete in collaborazione conla Commissione Europeaper semplificare la vita a lavoratori ed imprese»
Alessandro Bonzio, presidente Ancl Veneto:
«La gestione imprenditoriale è sempre più complessa e appesantita da interventi legislativi scoordinati e dettati da esigenze contingenti. Lo strumento della busta paga unica europea è in grado di mettere tutti i lavoratori, almeno nella Ue, in grado di valutare le condizioni di lavoro cui vanno incontro e, nel contempo, i datori di lavoro di sapere i costi ed i vincoli di una collaborazione. Ci auguriamo che dal seminario del 27 settembre parte una discussione anche a livello politico e legislativo che faccia proprio il lavoro fatto da questo tavolo tecnico».
Luciano Esposito, responsabile regionale Aniv
«È un’intuizione che parte da qui, dal Veneto, un territorio caratterizzato da una quota significativa di internazionalizzazione. Uno strumento così concepito è in grado di avviare nella Unione Europea una macroscopica operazione di semplificazione amministrativa, trasparenza e riduzione dei costi, dato che renderebbe inutili ai fini fiscali tutti gli altri documenti riepilogativi attualmente previsti, come il Cud. E potrebbe diventare, ai fini previdenziali, l’unico documento di garanzia per il computo dei diritti pensionistici».