Oltre il Pil: benessere percepito

OLTRE IL PIL: PER I CITTADINI DEL VENETO IL BENESSERE STA ALTROVE
Rovesciata la mappa della qualità della vita: quarto posto statistico ma 12esimo percepito.
Poca fiducia nel lavoro e pubblica amministrazione, preoccupano fisco e giustizia 

Dal quarto posto nella classifica del benessere “oggettivo”, il Veneto sprofonda al 12esimo in quella del benessere percepito dai cittadini. Il drastico cambiamento nella geografia della qualità di vita in Italia emerge dall’ultima ricerca, presentata stamattina nella sede di Unioncamere del Veneto, del gruppo di lavoro “Oltre il Pil”.

Il progetto “Oltre il Pil”, avviato nel 2009 da Unioncamere del Veneto e Camera di Commercio di Venezia in collaborazione con Università Ca’ Foscari di Venezia e contributo della Regione del Veneto, vuole revisionare la misurazione tradizionale del benessere attraverso nuovi indicatori secondo l’idea che il Pil, da solo, non dice nulla. Da qui la necessità di alternative per rilevare l’effettivo benessere della popolazione utilizzando un cruscotto di 8 macro-indicatori (benessere materiale, salute, istruzione, lavoro e tempo libero,pubblica amministrazione, relazioni personali e sociali, ambiente, insicurezza fisica ed economica).

Basandosi su dati statistici aggiornati al 2011, il progetto ha stilato una classifica delle regioni italiane: il Veneto è quarto preceduto da Trentino Alto Adige, Lombardia ed Emilia Romagna. In una scala 0-1 (vicino allo 0 situazione di difficoltà) spiccano efficienza della pubblica amministrazione (0,92), benessere materiale (0,76) e sicurezza fisica ed economica (0,75). Indicatori negativi per istruzione (0,44), dettato dalla tendenza a favorire più il lavoro che lo studio, e ambiente (0,54) per l’assenza di verde pubblico.

Fin qui i dati oggettivi. Ma “Oltre il Pil” ha voluto verificare se il benessere rilevato dagli indicatori statistici trovi effettiva corrispondenza col benessere percepito dai cittadini. Per le 8 aree tematiche sono stati considerati una serie di indicatori soggettivi provenienti dalle indagini multiscopo che periodicamente l’Istat realizza su un campione di 24mila famiglie italiane (circa 54mila individui) per rilevare il grado di soddisfazione legato ai problemi del territorio in cui vivono, ai servizi su cui possono contare e alle condizioni economiche.

Il quadro del Veneto muta radicalmente: dal quarto posto il Veneto precipita al 12esimo. Il fenomeno non si propone però per tutte le regioni del Nord: il Trentino Alto Adige conserva una posizione di vertice,la Valle d’Aosta risale posizioni fino a raggiungere la vetta della classifica per benessere soggettivo.

Insoddisfazione e preoccupazione dei cittadini veneti appaiono molto evidenti, con risultati analoghi a quelli ottenuti per la Campaniache, nella graduatoria oggettiva, registrava però le performance peggiori dopo la Sicilia. Nella percezione veneta, giudizi positivi arrivano solo per la salute (quinto). Negative le valutazioni per l’istruzione (15esimo), mentre si ribalta la classifica della pubblica amministrazione: da secondo il Veneto si piazza terzultimo. Calano sensibilmente anche benessere materiale (settimo) e insicurezza fisica ed economica (17esimo). Il primato del Veneto per l’efficienza amministrativa (secondo) non trova quindi riscontro nella percezione delle famiglie che lamentano una situazione d’inefficienza per fisco e giustizia. Sul fronte insicurezza, la leadership del Veneto in termini di bassa criminalità e disoccupazione (terzo) viene ignorata dalle famiglie, la cui percezione del rischio è molto elevata (17esimo).

Il benessere materiale in Veneto ha subito un netto calo per la minore soddisfazione economica e l’accentuarsi dell’impoverimento delle famiglie. A rendere più insicuri sono disoccupazione (dal 49,8% del 2006 al 74,2% del 2011) e grado di soddisfazione del proprio lavoro. Cresce la preoccupazione legata all’evasione fiscale: dal 19% del 2006 al 25,7% del 2011.

L’analisi delle mappe del benessere soggettivo evidenzia in modo diverso il divario Nord-Sud. La soddisfazione per il benessere materiale è maggiore nelle aree del Nord – malgrado siano state le regioni più colpite dalla crisi economica – e i cittadini settentrionali sono anche i più soddisfatti della loro salute e avvertono in misura minore il problema dell’inefficienza sanitaria. Situazione opposta per istruzione, in cui le performance migliori sono al Sud, e per pubblica amministrazione: nelle aree meridionali del Paese viene considerato meno prioritario il problema dell’evasione fiscale e anche l’inefficienza giudiziaria.

«Camera di Commercio di Venezia e Unioncamere Veneto hanno investito e credono molto nel progetto “Oltre il Pil”: oggi, tanto più di fronte alla difficile congiuntura economica, è necessario ripensare a un nuovo modello di sviluppo che guardi oltre agli indicatori tradizionali, qual è appunto il Pil, puntando su benessere generale e qualità della vita. Questa ricerca va in tal senso e ci aiuta a comprendere i nuovi fattori di competitività sui quali investire – commenta Roberto Crosta, segretario generale dell’Ente camerale veneziano –. Il nuovo e più recente step dello studio ci propone risultati interessanti, a partire dal benessere percepito dai cittadini veneti. Il Veneto, anche nell’aggiornamento 2011, si colloca ai primi posti nella mappa del benessere tra le regioni italiane sulla base di indicatori oggettivi, ma precipita nelle ultime posizioni per quelli soggettivi. Chiaro segnale dell’insoddisfazione e preoccupazione con cui i veneti stanno vivendo la crisi». 

«Mettere a confronto le mappe del benessere soggettivo e oggettivo nelle regioni italiane è stato un interessante esercizio nell’ambito del progetto “Oltre il Pil”. Ciò che emerge è la dicotomia tra Nord e Sud, che contrappone da un lato regioni virtuose, come il Veneto, sempre più esigenti e più insoddisfatte, e dall’altro regioni meno virtuose, come quelle del Mezzogiorno, che di fronte alla difficile congiuntura economica hanno un atteggiamento più arrendevole e compiacente – commenta Gian Angelo Bellati, segretario generale di Unioncamere Veneto –. Questo diventa un chiaro segnale per il governo della nostra regione, che deve mettersi in ascolto delle famiglie che stanno vivendo la crisi e tentare di dare delle risposte concrete».