Venezia, 14 settembre 2021 | Il Presidente di Unioncamere Veneto, Mario Pozza, interviene sul tema della start up manifestando la sua preoccupazione per lo schema di decreto legislativo in discussione in questi giorni nelle commissioni di Camera e Senato che prevede l’obbligo di registrazione sulla piattaforma dei notai delle nascenti start up escludendo così il sistema digitale messo in piedi dal sistema camerale: “Con questa decisione si reca un danno enorme ai giovani che vogliono fare impresa in Italia. La piattaforma gratuita del sistema camerale, in questi anni, ha dato risultati eccellenti garantendo agli start upper di costituire società in tempi rapidi rispettando la legalità. L’esclusione di questo sistema a favore della la piattaforma del sistema notarile è un passo indietro che risponde ad una logica che ci sfugge ma che indubbiamente va a discapito della semplificazione. Per questo mi appello al Governo, al Ministro ed ai Parlamentari perché intervengano su un decreto che rischia di rendere la vita difficile a tutti quei giovani che vogliono contribuire al futuro del nostro Paese facendo impresa”.
Nei mesi scorsi il Consiglio di Stato ha interrotto la possibilità per le Camere di Commercio di stipulare gli atti costitutivi delle startup innovative pervenute tramite piattaforma informatica, attività iniziata nel 2016 e terminata il 31 marzo 2021 con la costituzione di più di tremila società, circa un quarto del totale abolendo così il provvedimento del Mise che permetteva agli interessati di scegliere tra il classico atto costitutivo notarile e la modalità telematica messa a disposizione del sistema camerale. Lo schema di decreto legislativo in discussione prevede la definitiva eliminazione della possibilità di scegliere obbligando i nascenti imprenditori ad utilizzare la piattaforma del sistema notarile.
Il Presidente Pozza conclude così: “Unioncamere Veneto si è subito attivata per difendere gli interessi dei giovani imprenditori scrivendo ai Parlamentari veneti, ai componenti delle Commissioni competenti e al Ministero dell’Innovazione Tecnologica e della Transizione Digitale perché intervengano su un decreto che rischia di frenare la corsa al futuro dell’Italia. La volontà del sistema camerale è quella di essere a fianco dei giovani che vogliono fare impresa investendo sull’Italia”.