“I dati che abbiamo registrato – dichiara Mario Pozza presidente di Unioncamere Veneto – evidenziano una netta ripresa di tutti i flussi, specialmente delle merci, quale effetto di una crescita di intensità eccezionale dell’economia italiana e del Nordest. Le prospettive per l’anno 2022 rimangono molto incerte e si aggiungono altri ostacoli alla ripresa economica e turistica: il caro-energia che spinge verso l’alto i costi di produzione delle imprese e comprime il potere d’acquisto delle famiglie; l’inflazione in sensibile aumento negli ultimi mesi, sospinta dai prezzi più elevati delle materie prime, da strozzature dell’offerta e da una ripresa della domanda dei consumatori; infine, dai rischi derivanti dall’escalation militare in Ucraina”.
Il Veneto occupa un ruolo importante nel Nordest, con una domanda di mobilità (addetti, imprese, popolazione) che pesa circa il 42% nella macroarea e si concentra nell’area centrale del territorio regionale, area con il maggior sviluppo infrastrutturale come evidente conseguenza dell’orografia del territorio. Il territorio regionale si trova inoltre in una posizione privilegiata nelle reti di trasporto europee, dal momento che è attraversato da 3 Corridoi del Core Network che tracciano le direttrici Nord-Sud ed Est-Ovest e si intersecano nei nodi di Verona e Padova. Dal punto di vista economico, il Veneto è la terza regione italiana in termini di Pil e le sue esportazioni costituiscono il 40% del valore prodotto in regione. Nel 2021 il commercio estero del Veneto ha totalizzato 123,6 miliardi di euro (12,9% del totale nazionale e 43,4% del Nord Est) con un saldo positivo di circa 17 miliardi. Nel 2021 le esportazioni venete hanno registrato una crescita del +16,7% rispetto al 2020 e del +7,8% rispetto al 2019. A causa della pandemia, tra il 2019 e il 2020, l’export è diminuito in quasi tutte le province, ad eccezione della provincia di Rovigo (+31,1%, a causa dell’aumento del commercio di medicinali e preparati farmaceutici), ma la provincia di Verona è quella che ha recuperato di più nel 2021 rispetto al 2019 (+12,3%). Il 60% del commercio estero è diretto verso l’Ue27 (post Brexit). A livello mondiale i primi 5 Paesi destinatari delle esportazioni venete sono: Germania (14%), Francia (11%), Stati Uniti (9%), Regno Unito (5%) e Spagna (5%). La modalità di trasporto maggiormente utilizzata nelle esportazioni regionali è il trasporto su strada (57,1%), quasi l’unica utilizzata verso i paesi Ue (95,2%), seguita dal trasporto marittimo (27,8%); la modalità ferroviaria è marginale (1,5%). Macchinari e apparecchiature sono stati la voce più consistente delle esportazioni venete nel 2021 (18,7%). Altri settori importanti sono quelli riferiti ai prodotti tessili (15,3%) e ai prodotti in metallo (11,2%).
Sulla base degli ultimi dati disponibili, nel 2021 sulla rete autostradale del Nordest il volume di traffico veicolare complessivo per chilometro è aumentato in quasi tutte le tratte considerate, grazie alla crescita sostenuta del traffico di veicoli pesanti. Nel calcolo totale dei veicoli registrati da inizio anno, sono stati registrati 16,3 miliardi di veicoli/km sulla rete autostradale a pedaggio del Nordest, circa 3 miliardi in più del 2020 (che percentualmente equivale a circa un +22%, mentre il confronto con il periodo precedente alla pandemia, relativo all’anno 2019, si attesta ancora su un risultato negativo del -12,4%). Più nel dettaglio, i veicoli leggeri (11 miliardi di veicoli/km) si sono attestati con un valore di gran lunga superiore rispetto al 2020, con una crescita del +25%, frutto delle limitazioni agli spostamenti territoriali che erano in vigore in quel periodo, mentre per i veicoli pesanti (5,3 miliardi di veicoli/km), che non hanno invece subito grandi contenimenti alla circolazione durante la pandemia, si nota un aumento più contenuto, ma sempre a due cifre e pari al +16%. Gli incrementi maggiori complessivi si sono registrati nelle tratte dell’A23 Udine-Tarvisio (+32,4%), dell’A4 Venezia-Mestre-Trieste (+26,3%), dell’A31 Valdastico (+24,8%), dell’A4 Brescia-Padova (+23,7%) grazie alla marcata ripresa del traffico leggero. Tale componente risulta tuttavia ancora nettamente inferiore ai livelli pre-pandemia (-17,7% rispetto al 2019, mentre la componente pesante recupera segnando un debole +1%) con differenze comprese tra il -0,8% dell’A31 Valdastico e il -22,1% dell’A22 Brennero-Verona. Il traffico pesante nel 2021 ha raggiunto e superato i livelli pre-pandemia specialmente nelle tratte dell’A31 Valdastico, dell’A23 Udine-Tarvisio, dell’A22 Verona-Modena e dell’A4 Brescia-Padova.
Anche i porti dell’Alto Adriatico nel 2021 hanno registrato un diffuso aumento del traffico complessivo delle merci movimentate rispetto all’anno precedente. In particolare, il porto di Venezia (7° in Italia per numero di TEU e di tonnellate, inserito nel Core Network europeo come porto marittimo e interno) chiude il 2021 con oltre 24 milioni di tonnellate di merci movimentate, guadagnando circa 1,8 milioni di tonnellate (+7,9% di volumi totali rispetto al 2020) e raggiungendo quasi i volumi pre-pandemia (-3,1% rispetto al 2019). La crescita nel 2021 è da imputare al settore delle rinfuse solide (+30,4%), quali carboni fossili e ligniti legati agli approvvigionamenti energetici nazionali, e al general cargo (+5%), con il transito di prodotti metallurgici. Ancora in calo invece il settore container, persi oltre 15 mila TEU rispetto al 2020 (-2,9%), dato condizionato dal rialzo dei noli marittimi e dal bilanciamento tra container pieni movimentati in import ed in export rilevato nel corso dell’anno. Come prevedibile, si è registrato un aumento significativo del traffico passeggeri dei traghetti (+58,3%) e delle crociere (+460%) rimasto praticamente fermo nel 2020. Con il parziale recupero della programmazione e le soluzioni individuate per gli approdi provvisori, da gennaio a dicembre 2021 il numero de crocieristi è stato pari a quasi 32 mila. Il porto di Trieste lo scorso anno ha movimentato 55,4 milioni di tonnellate di merci, recuperando complessivamente 1,2 milioni di tonnellate rispetto al 2020, con una crescita del +2,2% su base annua (e una flessione del -10,7% sull’anno pre-pandemia del 2019). Grazie soprattutto al buon andamento del general cargo (+8,2%), l’Autostrada del Mare con la Turchia ha raggiunto il record storico assoluto con 763 toccate (+34%) rispetto alle 569 dell’anno precedente. In decremento il settore container che ha perso oltre 18 mila TEU rispetto al 2020 (-2,4%). Il settore delle rinfuse liquide (che rappresenta il 68% del traffico portuale) è rimasto pressoché stabile rispetto al 2020 e in diminuzione del -14% rispetto al 2019. Il traffico passeggeri ha registrato un forte recupero grazie al settore crocieristico (che ha raggiunto i 90 mila passeggeri) a seguito del dirottamento di alcune navi da crociera provenienti da Venezia.
Gli aeroporti del Nord Est (Venezia, Treviso, Verona e Trieste) hanno chiuso il 2021 con 6,5 milioni di passeggeri complessivi, in crescita del 43,3% rispetto al 2020, ma oltre due terzi (-66,4%) al di sotto dei livelli pre-pandemia e il settore cargo con oltre 46 mila tonnellate ha registrato una crescita del +12% sul 2020, ma i volumi sono circa un terzo inferiori rispetto i livelli del 2019. Nello specifico nel 2021 l’aeroporto di Venezia ha guadagnato il +22,8% dei passeggeri e il +14,1% dei movimenti aerei su base annua, grazie all’ampliamento dell’offerta estiva Volotea ed EasyJet nonché la ripresa dell’operatività di molti vettori quali Aegean Airlines, Tunisair, Air Arabia Maroc, Eurowings. In aumento anche il settore delle merci con un +7,5%. Ottime performance per l’aeroporto di Treviso grazie alla riapertura della base di Ryanair. In forte recupero anche lo scalo di Verona che ha conseguito un +40,2% dei passeggeri e un +31,7% dei movimenti aerei. Lo scalo scaligero prevede di raggiungere, nel corso dell’anno corrente, un flusso passeggeri simile al 2019 grazie all’attivazione di nuove destinazioni nazionali ed internazionali ad opera dei vettori Ryanair, Volotea, Eurowings, Wizz Air, ITA Airways, Neos Air. Anche il settore delle merci ha registrato un recupero significativo. Infine, l’aeroporto di Trieste ha registrato un aumento del +66,8% dei passeggeri rispetto al 2020 e +20,7% dei movimenti aerei, determinato in particolare dal turismo domestico nei mesi di luglio e agosto 2021.
In Veneto sono presenti 5 interporti: Verona Quadrante Europa (1° in Italia per volumi di traffico combinato, con oltre 7 mila coppie di treni/anno, e riconosciuto tra i migliori interporti a livello europeo) e Padova inseriti nel Core Network europeo; Rovigo, inserito nel Comprehensive Network europeo; Venezia e Portogruaro. In particolare, gli interporti di Verona e Padova hanno chiuso il 2021 in forte crescita superando anche i volumi pre-pandemia. Nell’interporto di Verona l’anno scorsosonostate movimentate oltre 30 milioni di tonnellate di merci di cui quasi 8,5 milioni di tonnellate su ferrovia (+9,6% rispetto al 2020). I treni/anno lavorati sono stati circa 16 mila grazie ai collegamenti con i porti del Mar Baltico, delle aree industriali tedesche (Monaco, Colonia, Brema), delle piattaforme logistiche olandesi, belghe e scandinave che hanno garantito anche nei mesi più restrittivi del lockdown circa 1.000 treni/mese. Anche nell’interporto di Padova il traffico intermodale nel 2021 è cresciuto del +10% rispetto al 2020 e del 27,5% rispetto al 2019 (sfiorando il record storico di 400 mila TEU). Tali performance sono state possibili grazie al potenziamento del trasporto dei semirimorchi su rotaia favorito in parte dall’efficienza delle nuove gru a portale e in parte dal blocco delle frontiere anche tra i Paesi dell’Unione europea causato dall’emergenza sanitaria e dalle limitazioni dei mezzi pesanti lungo l’asse del Brennero.
“Il sistema camerale è sempre più impegnato per la crescita economica dei territori anche grazie allo sviluppo infrastrutturale delle reti materiali e immateriali. In particolare, Unioncamere Veneto, con la collaborazione delle 5 Camere di Commercio regionali e il supporto tecnico di Uniontrasporti – spiega inoltre il Presidente Pozza – sta partecipando attivamente alla ripresa del Paese attraverso il Programma Infrastrutture (www.programmainfrastrutture.unioncamere.it), finanziato con il Fondo di Perequazione 2019-2020 di Unioncamere Italiana, che vede complessivamente coinvolti 19 territori regionali sul territorio nazionale. Il programma infrastrutture ha l’obiettivo di rafforzare ulteriormente il ruolo delle Camere di commercio e delle Unioni regionali e metterle nelle condizioni di partecipare attivamente alla ripresa economica del Paese, fornendo analisi, ipotesi di intervento e contributi operativi e concreti allo sviluppo delle reti materiali ed immateriali che possano essere di supporto e in sinergia con l’operato della Regione. Il progetto, avviato a luglio 2021 e con termine previsto a settembre 2022, vuole mettere al centro l’ascolto dei sistemi imprenditoriali territoriali e valorizzare la vocazione dei singoli territori, ma tenendo a mente una visione organica regionale, con il presupposto che le strategie infrastrutturali hanno una valenza almeno regionale. In Veneto tutte e 5 le Camere di commercio hanno completato la prima fase di ascolto e confronto con il territorio. Le priorità emerse a livello locale. confluiranno in un documento di sintesi, il “Libro Bianco sulle priorità infrastrutturali del Veneto” che verrà condiviso in una seconda fase di concertazione con il territorio. In parallelo si sta sviluppando l’approfondimento di alcuni i progetti territoriali strategici per il territorio regionale e, in collaborazione con i PID camerali, è in fase di avvio un percorso di sensibilizzazione delle PMI che stimoli e favorisca la crescita della cultura digitale”.