È la fotografia che emerge dai dati di VenetoCongiuntura, l’analisi congiunturale sull’industria manifatturiera realizzata da Unioncamere del Veneto ed effettuata su un campione di oltre 2.000 imprese con almeno 10 addetti, cui fa riferimento un’occupazione complessiva di oltre 93.000 addetti.
In particolare, nel periodo ottobre-dicembre la produzione su base tendenziale, quindi rispetto al quarto trimestre 2022, ha registrato una flessione del -3,5%, più accentuata rispetto a quella del mese precedente (-2,2%). Anche la variazione congiunturale destagionalizzata resta negativa (-0,6%, era -0,9% nel terzo trimestre), evidenziando che la fase di rallentamento del sistema produttivo è proseguita.
Nel quarto trimestre 2023 si conferma la debolezza della domanda internazionale: le tensioni geopolitiche, il processo di normalizzazione delle catene del valore e gli sforzi per contenere l’inflazione hanno continuato ad aver un impatto negativo sui nuovi ordini soprattutto quelli esteri. La raccolta ordini dal mercato estero è scesa del -5,6% su base tendenziale, e del -3% dal mercato interno. La variazione su base annua del fatturato totale ha segnato una significativa diminuzione del -3,5%, spiegata anche dalla riduzione della spinta inflattiva sui prezzi.
Il clima di fiducia degli imprenditori del comparto manifatturiero per il primo trimestre del nuovo anno rimane ancora incerto. Rispetto al terzo trimestre dell’anno, aumenta infatti al 35% la quota di imprenditori intervistati che si attendono una situazione di stabilità della produzione (era 30% nel terzo trimestre 2023; 34% nel quarto trimestre 2022). Diminuisce a 41% la quota di imprenditori che scommettono su un aumento della produzione (era 44% nel trimestre precedente, 45% un anno fa) e scende a 24% (rispettivamente il 26%, nel terzo trimestre 2023 e 21% un anno fa) la quota dei pessimisti che prevede una diminuzione. Le attese per quanto riguarda gli ordinativi sono più rosee per quelli provenienti dai mercati esteri: diminuisce a 21% (era 27%) la quota di imprenditori pessimisti a fronte di un aumento a 36% (32%) di chi si attende una stabilità. Per gli ordinativi interni invece aumenta a 38% (era 35%) la quota di imprenditori che si aspettano una situazione di stallo.