Padova, 4 giugno 2015 – Un albergo di mille metri quadrati in Veneto paga 4.098 euro (+1,7%) all’anno per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani; un parrucchiere con superficie di 70 mq 377 euro (+1,5%); un ristorante di 180 mq 3.941 euro (-5,9%); un’industria di 3mila mq 9.708 euro (+6,2%). A tanto ammonta la spesa media – cresciuta nel confronto 2014/2013 ad eccezione dei ristoranti – degli utenti-contribuenti TARI nella nostra regione. In crescita anche il servizio idrico integrato: un albergo spende 17.824 euro all’anno (+9,3%); un parrucchiere 842 euro (+7,6%); un ristorante 3.979 euro (+8,8%); un’industria alimentare 6.839 (+8,7%). Il quadro regionale (nell’infografica allegata e nelle slide di presentazione il dettaglio per provincia) emerge dalla presentazione dei risultati dell’Osservatorio Regionale sulle Tariffe (TASP Veneto), tenutasi stamattina presso la Camera di Commercio di Padova.
Realizzato da Unioncamere Veneto,in collaborazione con REF Ricerche, l’Osservatorio mette a disposizione i dati sull’andamento delle tariffe dei rifiuti solidi urbani e dell’acqua potabile praticate alle famiglie ed alle imprese sul territorio veneto, attraverso il portale http://veneto.repertoriotariffe.it (accessibile liberamente oggi e per qualche giorno, poi solo attraverso credenziali da richiedere aUnioncamere Veneto). Il portale rende consultabile il repertorio delle tariffe e degli atti ufficiali dei servizi pubblici locali del Veneto, uno strumento di trasparenza e pubblicità delle tariffe dei servizi praticate alle utenze finali.
Dall’analisi dei Comuni osservati (126 in Veneto per un totale di oltre 3 milioni di cittadini e quasi 300 mila imprese) emerge la spiccata variabilità della spesa. Nel caso di un’industria di trasformazione alimentare, in alcuni Comuni, come Venezia, si arriva a pagare per il servizio di igiene urbana fino a 10 volte più di altri Comuni quali Chiampo. Una variabilità che si conferma anche guardando il posizionamento dei capoluoghi veneti rispetto agli altri capoluoghi italiani. Tuttavia, nella graduatoria nazionale tutti i Comuni, eccetto Venezia che si colloca tra le città più care, si posizionano al di sotto della media.