VenetoCongiuntura: a inizio 2024 il manifatturiero tiene nonostante il ciclo economico ancora debole

[online 27.05.2024] I dati di inizio 2024 dell’attività manifatturiera veneta tratteggiano una fase di sostanziale tenuta del ciclo economico recentemente condizionato dai turbolenti scenari internazionali, da un rientro dell’inflazione, dal calo del potere d’acquisto delle famiglie e dall’incertezza degli investimenti. La dinamica della produzione industriale, secondo l’indagine VenetoCongiuntura presentata lunedì 27 maggio 2024 presso la Camera di Commercio di Vicenza, è caratterizzata da lievi segnali positivi su base congiunturale con una crescita destagionalizzata del +0,7% (+1,4% la variazione congiunturale grezza). La variazione su base annua della produzione manifatturiera rimane influenzata dal confronto con l’ultimo trimestre in positivo del rimbalzo post-Covid e segna una diminuzione del -2,4% con un ritmo di decrescita più blando rispetto al passato. 

L’analisi congiunturale sull’industria manifatturiera, realizzata da Unioncamere del Veneto, è stata effettuata su un campione di oltre 2.400 imprese con almeno 10 addetti, cui fa riferimento un’occupazione complessiva di oltre 112.000 addetti.

A livello settoriale, l’unico comparto che ha evidenziato un aumento della produzione a livello tendenziale è quello dell’alimentare e bevande con un +3,6%, che ha segnato anche una buona tenuta degli ordini sia dal mercato interno (+2,9%) ma soprattutto da quello estero (+5,8%).  Al contrario, il settore che ha registrato le maggiori criticità è quello del sistema moda, -7,1% la produzione tendenziale, penalizzato soprattutto dalla raccolta ordini provenienti dal mercato estero (-6,2%).

Il clima di fiducia degli imprenditori del comparto manifatturiero per il secondo trimestre del 2024 rimane positivo e le previsioni degli imprenditori sono cautamente ottimiste.  La quota di imprenditori intervistati che si attendono un aumento della produzione aumenta a 46% (era 41% nel quarto trimestre 2023) a fronte di una riduzione a 20% dei pessimisti (era 24%) mentre rimane stabile a 34% la quota di chi prevede una situazione di stabilità (era 35%).