Industria, il Veneto chiude il 2021 con una produzione positiva (+3,3%). Crescita media annua supera i livelli pre-Covid (+17,8%)

Nel quarto trimestre del 2021 continua la crescita dei livelli produttivi dell’industria veneta. L’attività manifatturiera regionale nel periodo ottobre-dicembre 2021 ha registrato una variazione congiunturale destagionalizzata del +3,3% (+7,9% la variazione non destagionalizzata). L’aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente è invece del +11,5%, risultato tuttavia scontato considerato che si rapporta al quarto trimestre del 2020, periodo in cui l’attività manifatturiera era ancora in pieno recupero dei livelli pandemici. Considerando la media annua dell’intero 2021 la produzione è aumentata del +16,6% su base tendenziale e ha registrato un recupero del +17,8% rispetto al periodo pre-crisi (anno 2019). Il sentiment degli imprenditori per i primi tre mesi del 2022 rimane cautamente positivo, con la metà delle imprese che scommette in un aumento della produzione, ma si amplia il fronte dei pessimisti e delle imprese che prevedono stabilità per il futuro più prossimo. A dirlo sono i dati dell’indagine VenetoCongiuntura di Unioncamere del Veneto condotta a gennaio 2022 su un campione di oltre 2.100 imprese con almeno 10 addetti, a cui fanno riferimento oltre 79 mila occupati (www.venetocongiuntura.it) e che ci fanno capire quali sono le diverse velocità di recupero in gioco nell’industria veneta.

«L’industria veneta presenta un quarto trimestre 2021 positivo, con una media annua ampiamente superiore a quella pre-crisi – spiega Mario Pozza, presidente di Unioncamere del Veneto. I dati confermano un trend positivo nonostante siano emersi i primi segnali di decelerazione legati in parte alle difficoltà nell’approvvigionamento dei semilavorati da parte del settore manifatturiero ed in parte dal ritorno di una nuova ondata Covid

“Le prospettive per l’anno 2022, però, rimangono incerte ed esprimono preoccupazione per lo scenario che si sta andando a delineare, in particolare sul fronte dell’energia. Il fattore costi sta diventando insostenibile  per le nostre imprese e questo potrebbe portare ad una inversione del trend bloccando la ripresa. In queste settimane ci stanno arrivando diverse segnalazioni di imprenditori in enormi difficoltà che potrebbero diminuire lo addirittura bloccare la produzione e, in altri casi, c’è chi fa lavorare i dipendenti di notte per risparmiare sul consumo dell’energia.”

“Come sosteniamo da mesi è necessario ripensare la politica energetica dell’Italia superando il tabù sulle trivellazioni di gas e anche sulle centrali nucleari perché in questo momento c’è un gap enorme con i competitor di altri Paese europei che potrebbe affossare il nostro export. È necessario  prendere decisioni in tempi brevi perché gli interventi del Governo potrebbero avere solo un effetto tampone  e quello che serve, invece, è un intervento a livello di sistema in grado di  favorire le competitività del l’Italia”.

“Il caro-energia spinge verso l’alto i costi di produzione delle imprese e comprime il potere d’acquisto delle famiglie; l’inflazione in sensibile aumento negli ultimi mesi, sospinta dai prezzi più elevati delle materie prime, da strozzature dell’offerta e da una ripresa della domanda dei consumatori; infine, dai rischi derivanti da un escalation militare in Ucraina.”

“Secondo la Commissione Europea la fiammata dei prezzi soprattutto quelli legati al settore energetico condizioneranno la ripresa per il 2022 dell’Italia e degli altri Paesi europei: nel 2022 il Pil italiano si stima in crescita del +4,1% e del +2,3% nel 2023 in linea con la media europea (+4% nel 2022 e +2,7% nel 2023) recuperando il gap registrato durante il momento più acuto della pandemia. Rimangono tuttavia molte cautele legate alle possibili nuove varianti del virus e alle tensioni geopolitiche in Ucraina, all’inflazione che eroderà ulteriormente consumi e potere d’acquisto. Quest’ultima nel 2022 raggiungerà il +3,8% in Italia e il +3,5% in eurozona. Ma in generale la domanda resta forte e i produttori manifatturieri stanno continuando ad evitare i considerevoli effetti dei problemi conseguenti al Covid. Per quanto riguarda il Veneto, secondo gli ultimi dati di Prometeia (gennaio 2022), il Pil è visto in crescita del +4,2% nel 2022 e del +3,1% nel 2023. La crescita rimarrà comunque meno rapida, ma sostenuta sempre dagli investimenti (+8%), anche grazie al mantenimento dei massicci interventi pubblici e dai consumi delle famiglie (4,9%). Nonostante un leggero rallentamento delle vendite all’estero (+6,5%), le esportazioni continueranno ad essere un notevole contributo positivo alla ripresa nel sostenere le attività economiche ed i redditi regionali».

A livello settoriale, tutti i comparti hanno evidenziato un incremento della produzione industriale in media d’anno. Spicca la variazione del legno e mobile, +26,9% la media 2021, che ha registrato variazioni positive in tutti i trimestri (+14,2% nel quarto trimestre 2021) e con un recupero del +9,5% rispetto al 2019. I comparti metalli e prodotti in metallo e marmo, vetro e ceramica hanno registrato variazioni medie annue rispettivamente del +21,3% e +21,2% (+14% e +16,4% nel quarto trimestre 2021) ma rispetto al 2019 il marmo, vetro e ceramica ha registrato una diminuzione del -13,3% mentre i metalli un debole aumento del +3%. A seguire, il settore delle macchine elettriche ed elettroniche ha evidenziato una variazione della produzione del +19,4% nel 2021 (+9,8% nel quarto trimestre) e un recupero rispetto al 2019 del +12,4%. Sopra la media regionale anche la variazione media annua della produzione per il comparto tessile, abbigliamento e calzature con una variazione pari a +17,9% (+10,7% nel quarto trimestre) che però registra una diminuzione del -8,7% dei livelli produttivi rispetto al 2019. Le macchine ed apparecchi meccanici segnano una variazione del +16,6% nel 2021 e +6,7% rispetto al 2019. Evidenziano invece variazioni sotto la media regionale la carta e stampa (+14%), i mezzi di trasporto (+12,7%) e la gomma e plastica (+11,1%) e rispetto al 2019 i primi due settori segnano una diminuzione lieve, rispettivamente -6,4% e -3,9%, mentre la gomma e plastica un crollo del -20,4%. Andamento diverso invece per il settore alimentari e bevande che pur registrando un aumento medio annuo più debole rispetto agli altri settori (+7,4%) ha segnato un aumento della produzione del +26,2% rispetto al 2019.

L’andamento positivo dell’attività produttiva e degli ordinativi delle imprese venete nel 2021 emerge anche dal grado di utilizzo degli impianti che si rafforza e raggiunge un valore medio annuo del 74%, superiore ai livelli pre-Covid di 2 punti percentuali. Sono le imprese di medie-grandi dimensioni a registrare un valore medio annuo superiore (79%) rispetto a quelle di piccole dimensioni (73%). A livello settoriale il maggior utilizzo degli impianti nel 2021 ha riguardato la gomma e plastica e la carta e stampa (entrambi 78%), le macchine elettriche ed elettroniche e i metalli e prodotti in metallo (entrambi 77%).

Nel periodo ottobre-dicembre 2021, in linea con l’andamento della produzione, anche la variazione del fatturato totalerecupera appieno, a seguito dei prezzi di vendita dei fattori di produzione in sensibile aumento, e registra una variazione tendenziale del +17,9%. In media d’anno il fatturato, spinto dall’incremento dei prezzi, ha evidenziato un incremento massiccio del +19,5% e un recupero del +14,2% rispetto al 2019. Gli ordinativi nella media del 2021 hanno segnato una performance positiva determinata in egual modo da quelli esteri (+17,8%) e da quelli interni (+17,1%), nonostante tra ottobre e dicembre 2021 si sia registrato un lieve rallentamento del mercato estero (+10,1% su base annua) rispetto a quello domestico (+15,7%). In confronto al periodo Covid si rafforza la dimensione estera degli ordini (+13,8%) rispetto a quella interna (+8,1%).

Il clima di fiducia rimane positivo per i primi 3 mesi del 2022 nonostante l’incertezza in merito alle dinamiche non chiare sui prezzi e sui ritardi delle consegne e le forti preoccupazioni per i costi dell’energia che inevitabilmente si ripercuotono sul sistema imprenditoriale. Nel quarto trimestre 2021 le prospettive degli imprenditori per i primi tre mesi del 2022 rimangono tuttavia cautamente positive: in media, il 50% delle imprese scommette sull’aumento della produzione, a fronte di un aumento dei pessimisti (17%) e di coloro che forniscono indicazioni di stazionarietà (33%). I settori in cui gli imprenditori manifestano aspettative più rosee sono il marmo, vetro e ceramica (49%), i metalli e prodotti in metallo (48%) e le macchine elettriche ed elettroniche (46%). Questo sentiment viene confermato anche dall’ultima indagine Ihs-Markit sul manifatturiero italiano: a gennaio il comparto ha registrato per il diciannovesimo mese consecutivo un miglioramento dello stato di salute, ad un tasso che in generale è risultato elevato. Il valore di gennaio è tuttavia diminuito rispetto a dicembre indicando un rallentamento della crescita dei nuovi ordini.