VENDITE AL DETTAGLIO: NEL 2016 RALLENTANO I CONSUMI
CRESCITA MEDIA +1,2%, CHIUDONO SEMPRE PIU’ NEGOZI
Commercio trainato da supermercati, iper e grandi magazzini. Nessuno slancio dalle vendite natalizie e crolla la fiducia degli imprenditori
Venezia, 8 marzo 2017 | Nel quarto trimestre 2016, sulla base dell’indagine VenetoCongiuntura, le vendite al dettaglio hanno evidenziato un aumento del +0,7% rispetto al corrispondente periodo del 2015. Rispetto al trimestre precedente l’indice destagionalizzato ha registrato un +0,9% invertendo il -1,4% del trimestre precedente. Nella media dell’intero 2016 le vendite al dettaglio hanno registrato un incremento del +1,2%, in diminuzione rispetto al ritmo di crescita dello scorso anno (+2,9% nel 2015). La rilevazione trimestrale è realizzata da Unioncamere del Veneto in collaborazione con Confcommercio Veneto condotta su un campione di 705 imprese con almeno 3 addetti (www.venetocongiuntura.it).
«Per quanto leggermente positivi, i dati sulle vendite al dettaglio relativi all’ultimo scorcio dell’anno hanno smorzato la tendenza media del 2016 – commenta Giuseppe Fedalto, presidente di Unioncamere Veneto – soprattutto per quanto riguarda gli esercizi di piccola superficie, che hanno sofferto più degli altri. Nemmeno il periodo natalizio è riuscito a dare uno slancio al trend delle vendite al dettaglio. Intanto continua l’emorragia di esercizi commerciali in Veneto: tra gennaio e dicembre 2016 hanno abbassato la serranda oltre 3.600 negozi mentre le nuove aperture sono state meno di 2.000».
La dinamica delle vendite è ascrivibile alla variazione positiva del fatturato dei supermercati, ipermercati e grandi magazzini (+1,3%) e dal commercio al dettaglio alimentare (+0,8%), mentre il non alimentare ha segnato una tendenza negativa col -0,3%. Sotto il profilo dimensionale, le vendite hanno mostrato performance migliori negli esercizi di media e grande dimensione (+1,1%), mentre quelli di piccole dimensioni hanno registrato una tendenza negativa del -0,5%.
«In un clima in cui soffrono tutti, i più penalizzati sono i negozi dei centri urbani – dichiara il presidente di Confcommercio Veneto Massimo Zanon –. Tra costi di locazione, che continuano a rimanere alti, e spese di gestione a dir poco impegnative, faticano a tenere il passo. Continua a preoccupare il dato negativo registrato nel settore non alimentare e, come evidenzia l’analisi, le imprese non intravvedono una ripresa nemmeno per quanto riguarda il prossimo trimestre. Ribadisco che per tornare a essere competitivi è indispensabile una seria politica di rigenerazione urbana».
I prezzi di vendita hanno segnato un lieve aumento (+0,2%), per quanto riguarda i gruppi merceologici, l’aumento ha riguardato il commercio al dettaglio alimentare (+1,2%) e quello non alimentare (+0,7%). Variazione leggermente in calo per supermercati, iper e grandi magazzini (-0,3%). A livello dimensionale ancora un leggero aumento del +0,8% per gli esercizi di piccola superficie mentre medie e grandi aree commerciali hanno registrato un calo del -0,2%. Gli ordinativi, dopo il +0,6% del trimestre precedente, sono tornati in diminuzione del -1,1% con la media annua rimasta attorno ai valori dello zero (-0,1%), in calo rispetto al +0,7 del 2015. La principale variazione negativa è ascrivibile principalmente alla dinamica del commercio al dettaglio non alimentare (-2,2%), mentre supermercati, iper e grandi magazzini hanno registrato un -0,4%. Unica tendenza positiva quella del commercio al dettaglio alimentare (+0,4%). Indicatori negativi per tutte le classi di superfici (-1,5% le piccole, -1% le medio grandi). L’occupazione ha registrato un aumento del +0,6, confermando la dinamica positiva dello scorso trimestre (+1,6%). Sono ancora i supermercati, iper e grandi magazzini a sostenere l’occupazione (+1,5%), oltre al commercio al dettaglio alimentare (+1,4%). Al contrario il commercio non alimentare ha segnato un -1%. Le aree di media e grande dimensione sono cresciute del +1%, mentre quelle di piccola superficie hanno una variazione negativa del -0,4%.
Previsioni
Dopo il lieve miglioramento del trimestre precedente, il clima di fiducia degli imprenditori per i prossimi tre mesi torna negativo. Il saldo tra chi prevede un aumento e chi una diminuzione del volume d’affari crolla a -27,3 punti percentuali (era +1,6 p.p. del trimestre precedente). Peggiorano anche i saldi degli ordini (-22,2 p.p. contro il -4,7 p.p. precedente) e dell’occupazione che scende a -6,3 p.p. (-5,4 p.p. precedente). Sul versante dei prezzi di vendita gli imprenditori si aspettano un aumento del +3,9 p.p., in crescita rispetto allo scorso trimestre (+1,6 p.p.).