Congiuntura: Industria, IV trimestre 2019

IN STAGNAZIONE LA PRODUZIONE INDUSTRIALE DEL VENETO NEGLI ULTIMI MESI DEL 2019 (+0,3%). LA DOMANDA ESTERA, UN FATTORE CRITICO INEDITO PER IL MANIFATTURIERO
Pozza: «Crediamo resti vincente una forte proiezione internazionale del nostro sistema produttivo. Al tempo stesso dobbiamo affrontare scenari inediti, e contrastare i rischi della “de-globalizzazione” con un diverso approccio, anche europeo, alle politiche per gli investimenti, che sostengano la domanda interna, attorno almeno a tre priorità: tecnologie, infrastrutture, ambiente»

Treviso, 18 febbraio 2020 |Nel quarto trimestre 2019, sulla base dell’indagine VenetoCongiuntura, la produzione industriale ha registrato un tenue incremento del +0,3% sull’analogo periodo dell’anno precedente. La media del 2019 si attesta al +1,3% inferiore rispetto al +3,2% della media annua 2018 e del +4% del 2017. L’analisi congiunturale sull’industria manifatturiera di Unioncamere del Veneto è stata effettuata su un campione di 2.298 imprese con almeno 10 addetti (www.venetocongiuntura.it).

«Negli ultimi tre mesi del 2019 in Veneto la produzione industriale rallenta al punto di galleggiare attorno alla stagnazione (+0,3% la variazione su base annua) – sottolinea Mario Pozza, presidente di Unioncamere del Veneto. In particolare, registriamo una dinamica più difficile per le medio-grandi imprese, più esposte al rallentamento dell’economia globale, con variazioni negative per produzione (0,4%) e fatturato (0,8%). Tiene invece la piccola impresa più capace di adattamento ai contesti mutevoli, con la produzione in crescita del +1,9% e il fatturato del +2%.

Fra i settori del manifatturiero, il più penalizzato è il tessile abbigliamento calzature, mentre brillano l’alimentare e l’arredo. Complessivamente il 2019 registra una crescita industriale del +1,3% in media annua, un risultato positivo ma di entità debole e in forte rallentamento rispetto alla crescita media registrata nel 2018 (+3,2%). Il rallentamento della produzione si è trasmesso anche agli altri indicatori del comparto, il tasso di crescita su base annua del fatturato è pari al +1,6% nel 2019 contro il +3,9% del 2018. L’anello debole sul lato della domanda è quello del mercato estero, a causa anche delle difficoltà del commercio internazionale: gli ordini esteri crescono del +1,0% (contro il +2,7% del 2018) e il fatturato decelera al +0,9% (era +4,4% nel 2018). L’industria veneta lascia trasparire qualche difficoltà legata ad un contesto internazionale dominato da molti elementi di incertezza, a cui si aggiungerà lo shock con ramificazioni globali ancora non misurabili che potrebbe avere il coronavirus».

«Il manifatturiero trevigiano accusa una qualche difficoltà in più rispetto all’andamento regionale -precisa Pozza: le variazioni tendenziali di produzione e fatturato del IV trimestre 2019 entrano in territorio negativo (rispettivamente -1,3% e -1,0%). Risulta inoltre più divergente la dinamica tra piccola e medio-grande impresa: per le imprese 50 addetti e oltre è del -3,9% la variazione della produzione (sempre su base annua) e del -2,8% la variazione del fatturato. Tiene invece, anche a Treviso, la piccola impresa compresa fra i 10 e i 49 addetti: +1,9% la produzione, +2,5% il fatturato. La performance negativa dell’industria trevigiana è condizionata in particolare dal settore tessile-abbigliamento (-7,6% la produzione su base annua) . In bianco e nero il settore dei macchinari industriali: la produzione cede del 4% nelle imprese 50 addetti e oltre, ma cresce del +2,4% nella piccola impresa; +3,5% la produzione nel legno-arredo, di cui +5,1% la piccola impresa».

Le dinamiche regionali
Produzione
Sotto il profilo dimensionale le imprese di piccole dimensioni (10-49 addetti) hanno segnato una variazione positiva del +1,9% mentre per le medie e grandi imprese (50 addetti e più) la variazione tendenziale è risultata in diminuzione -0,4%. Osservando la tipologia di bene la crescita è trainata dalle imprese che producono beni di consumo (+2,1%), più contenuto è stato l’aumento per le aziende che producono beni di investimento (+0,3%) mentre hanno segnato una variazione negativa le aziende che producono beni intermedi (-1,1%). A livello settoriale i comparti che hanno registrato una tendenza positiva più marcata sono legno e mobile (+3,9%), macchine ed apparecchi meccanici (+2,4%), alimentare (+2%) e carta e stampa (+1,4%). Negative invece le variazioni del tessile e abbigliamento (-3,6%), della gomma e plastica (-3,5%) e dei mezzi di trasporto (-1,1%). Nel quarto trimestre 2019 rimane stabile la quota di imprese che registrano incrementi dei livelli produttivi (46% era 47% il trimestre precedente) mentre aumenta la quota di quelle che dichiarano variazioni negative della produzione (38% rispetto al 36% dello scorso trimestre).

Fatturato
Il fatturato totale ha evidenziato una sostanziale stabilità (+0,2%) rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. A livello dimensionale la dinamica è determinata dalle piccole imprese (+2%) mentre le medie e grandi imprese segnano una diminuzione (-0,8%). Spiccano le dinamiche positive delle aziende dell’alimentare (+4,3%), delle macchine ed apparecchi meccanici (+2,5%) e del legno e mobile (+2,4%) mentre segnano una variazione negativa i settori tessile e abbigliamento (-5,9%), gomma e plastica (-3,5%) e metalli (-2,2%). La dinamica del fatturato è ascrivibile alla variazione positiva delle vendite interne (+0,8%) mentre il fatturato estero ha segnato una performance negativa (-0,8%). Il fatturato interno è trainato dai settori mezzi di trasporto (+7,2%), macchine ed apparecchi meccanici (+4,3%) e legno e mobile (+4,1%) mentre sono l’alimentare (+5,7%), le macchine elettriche (+3,2%) e le macchine ed apparecchi meccanici (+0,9%) gli unici settori a segnare una variazione positiva per il fatturato estero.

Ordinativi
Gli ordinativi totali hanno segnato una performance positiva pari a +0,9% determinata a livello dimensionale dall’andamento delle piccole imprese (+1,8%) mentre le medie-grandi segnano un aumento più debole (+0,4%). Sotto il profilo settoriale spiccano le variazioni dell’alimentare (+5,5%) e dei mezzi di trasporto (+4,4%) mentre segnano una performance negativa la gomma e plastica (-3,7%), il tessile e abbigliamento (-3%) e i metalli e prodotti in metallo (-2,5%).

Gli ordinativi provenienti dal mercato interno hanno evidenziato un aumento del +0,9% determinato dalla migliore performance delle piccole imprese (+1,4%) seguite dalle medio-grandi(+0,6%). A livello settoriale spiccano le dinamiche dei settori mezzi di trasporto (+5,1%), macchine ed apparecchi meccanici (+5%) e alimentare (+4,3%). Performance positiva anche per gli ordinativi esteri che registrano un +0,8%. Migliore la crescita per le piccole imprese con una variazione del +3,5% rispetto alla situazione di stabilità delle medie e grandi imprese (+0,5%). Tra le variazioni in aumento spiccano i comparti alimentare (+8,3%), macchine elettriche ed elettroniche (+4,6%) e mezzi di trasporto (+4,1%).

Previsioni
Nel quarto trimestre 2019 le aspettative degli imprenditori per i successivi tre mesi risultano in miglioramento solo per gli ordinativi esteri rispetto al trimestre precedente. Il saldo tra coloro che prevedono un incremento e coloro che si attendono una diminuzione è risultato positivo e pari a +1,2 p.p.. Per gli ordini interni, la produzione e il fatturato il saldo ha invece registrato valori negativi e in peggioramento rispetto al trimestre precedente (-9,5 p.p., -8 p.p. e -5,7 p.p.). Tale risultato è tuttavia determinato più da un aumento dei giudizi che rimangono stazionari che dall’aumento del pessimismo: per 1 impresa su 2 infatti il quadro resta stabile.

Come guardano al futuro le imprese trevigiane
«La situazione non è molto dissimile da quella regionale – commenta Pozza. C’è molta cautela: un’impresa su due considera plausibile un quadro di stazionarietà per il primo trimestre del 2020 (che non è di per sé una brutta notizia). Fra gli ottimisti e i pessimisti, prevalgono tuttavia questi ultimi, soprattutto con riferimento alla domanda interna. Sulla domanda estera i timori erano maggiori a metà 2019: oggi qualche barlume di risalita si intravede, confortato anche dalla raccolta ordini dall’estero (+3,4% nel IV trimestre 2019 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno)».

«Certo, un mondo che guarda alla de-globalizzazione – commenta infine Pozza – pieno di ostacoli agli scambi, dove non conta più soltanto la crescita ma anche l’identità (vedi Brexit), è un mondo inedito e pieno di incognite per noi italiani ed europei abituati a crescere in un “mondo piatto”, a compensare con la domanda estera le carenze della domanda interna. Le nostre catene del valore, per fortuna, restano aperte sulla globalità, e ce lo ricordano anche gli effetti a catena collegati al “corona virus”. Ma è indubbio che serve una politica economica che, oltre a sostenere l’internazionalizzazione, sostenga anche il mercato interno. Come? Attraverso investimenti in tecnologie, infrastrutture, per l’ambiente – sostiene Pozza. Che mettano in moto circoli virtuosi anche con riferimento agli investimenti in formazione e ricerca. E al rafforzamento dell’attrattività dei territori: che chiama talenti, investimenti, turisti».

«Aiuterebbe certo una bella riforma fiscale – chiude Pozza. Ma non all’italiana, per misure sconnesse e pensate per andare a caccia di consensi: ma che favorisca la competitività delle imprese e i redditi dei lavoratori (a sostegno alla domanda interna). E non sarebbe male che ciò avvenisse in modo armonico, a livello europeo: perché anche il progetto europeo, sul quale è importante continuare a crederci per contare in questi scenari, ha bisogno di una profonda revisione dei suoi assunti. La politica monetaria ha funzionato: ora con i tassi bassi sta ripartendo l’edilizia. Ma servono altre leve –  lo dicono ormai tutti .-  politiche di bilancio ragionevolmente espansive, su pochi obiettivi che contano, che impattano su occupazione e valore aggiunto».