COMUNICATO STAMPA | Venezia, 19 febbraio 2021
La tutela e la sostenibilità del Mare Adriatico attraverso l’innovazione e la tecnologia non rappresenta solo una sfida fondamentale per l’Unione Europea, ma può diventare una leva di competitività per i singoli Stati. Il raggiungimento degli obiettivi ambiziosi fissati dall’Unione Europea si potrà concretizzare tramite il rafforzamento degli ecosistemi di innovazione, e passa quindi attraverso il coinvolgimento di istituzioni ed imprese e di tutti gli attori interessati, e la creazione di una governance che tenga conto dei bacini marini in senso ampio e delle specificità locali. Sono stati questi alcuni dei punti emersi nel corso della prima giornata della tavola rotonda online del progetto “InnovaMare «Blue technology – Developing innovative technologies for sustainability of Adriatic Sea” organizzata da Unioncamere Veneto. Un incontro rivolto ai policy-maker e stakeholder italiani e croati, allo scopo di facilitare il dibattito, il trasferimento di conoscenze e lo scambio di buone pratiche in questi ambiti tecnici strategici.
I lavori sono stati aperti dal segretario generale di Unioncamere Veneto, Roberto Crosta che ha portato i suoi saluti sottolineando come: “InnovaMare” rappresenti un progetto strategico finanziato dall’Unione Europea attraverso il FESR, Programma Interreg VA Italia-Croazia 2014-2020 e che svilupperà ed istituirà un sistema integrato di robotica e sensoristica sottomarina, rifiuti marini ed ecosistema dell’innovazione per risolvere il problema dell’inquinamento del Mare Adriatico. L’obiettivo è davvero importante e rappresenta una sfida del futuro non solo per l’Italia e l’Europa, ma a livello globale. E questo progetto vuole contribuire a creare le condizioni per vincere questa sfida attraverso il coinvolgimento degli attori pubblici e quelli privati, condividendo esperienze e competenze. Si tratta di un modello innovativo che può diventare un punto di riferimento e, soprattutto per i Paesi che metteranno in campo politiche e azioni concrete, potrà diventare una leva competitiva”. Sono seguiti, poi, i saluti di Mateo Ivanac (Camera Croata dell’Economia, capofila del progetto InnovaMare): “questo progetto vuole essere uno strumento per combattere l’inquinamento nel Mare Adriatico che costituisce non solo un aspetto inerente all’ambiente, ma anche all’economia. Innovamare vuole creare un ecosistema innovativo e diventare un punto di riferimento per i decisori pubblici”.
Dopo l’introduzione ed i saluti la giornata di lavori si è concentrata sulle priorità per la sostenibilità degli ambienti marini e le linee guida dell’Unione Europea fornendo un quadro sullo stato di salute dell’ambiente. Vedran Nikolić (Commissione Europea – DG Ambiente) ha spiegato che l’81% degli habitat e il 63% delle specie hanno un cattivo stato di conservazione in Europa. Per questo l’Unione Europea entro il 2030 ha tra i suoi obiettivi quelli di: proteggere legalmente il 30% della superficie marittima dell’Unione europea; proteggere rigorosamente almeno un terzo delle aree marine protette dell’UE; gestire efficacemente tutte le aree protette, definendo chiari obiettivi e misure di conservazione e monitorandoli in modo appropriato. Eleni Hatziyanni (Commissione Europea – DG Mare), invece, ha delineato gli obiettivi dell’Unione Europea fissando a 40 GW i livelli di energia dal mare ed altre fonti rinnovabili, come quella eolica e solare entro il 2050. Il percorso per raggiungere i seguenti obiettivi si articola attraverso la Blue Economy che comprende produzioni e trasporti più sostenibili, l’economia circolare e la prevenzione e la salvaguardia della natura. Per riuscire a vincere questa sfida è necessario che gli Stati membri coinvolgano tutti gli enti pubblici responsabili dell’oceano per sviluppare priorità, per realizzare occasioni di condivisione e mettere in campo azioni sinergiche.
Nel pomeriggio ci si è focalizzati su come creare un ecosistema che possa supportare la realizzazione di un’economia blu più sostenibile, anche grazie all’utilizzo di nuove tecnologie digitali. Da un lato, le esperienze dell’Innovation Center Nikola Tesla (ICENT) e di Trasferimento Tecnologico Innovazione (T2i) e la discussione sull’importanza del ruolo degli hub digitali nell’offrire competenze ed esperienze qualificate alle piccole e medie imprese attive in questi settori, avvalendosi di un network di attori dell’innovazione, nazionali ed europei. Dall’altro lato, la condivisione delle esperienze della coalizione EU4Ocean e delle iniziative di Legambiente hanno aiutato a riflettere sull’importanza del coinvolgimento della società civile e sul ruolo dei cittadini, e della necessità di un’alfabetizzazione sui temi dell’ambiente marino, fondamentale per garantire siano intraprese azioni a favore della tutela di interi ecosistemi.