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2015 NEL SEGNO DELLA DISCONTINUITÀ: IL VENETO PRONTO A VOLTARE PAGINA

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Venezia, 30 marzo 2015 – La recessione è tecnicamente finita, la stagnazione perdura ma l’anno è iniziato con molte aspettative positive sull’andamento economico del 2015. La caduta del prezzo del petrolio, la politica monetaria espansiva della Banca Centrale Europea e la svalutazione della moneta unica prefigurano uno scenario macroeconomico favorevole e le prospettive di crescita sono in rialzo, anche per l’economia italiana, sostenuta da una progressiva ripresa dell’attività produttiva. I dati più recenti mostrano segnali di una possibile svolta, che potrebbero consolidarsi nel corso dell’anno, anche se restano un clima di incertezza associato alle tensioni geopolitiche che stanno interessando la Russia e l’Ucraina da un lato, il fonte mediorientale e nordafricano dall’altro.

In questo contesto, l’economia del Veneto dovrebbe sperimentare un’accelerazione della crescita. Secondo le ultime previsioni, nel 2015 il Pil regionale dovrebbe crescere dell’1,1 per cento, in linea con il resto del Nord est (+1%). Le esportazioni dovrebbero mantenere il ruolo di traino (+5%), ma l’aspetto più interessante e incoraggiante è rappresentato dai segnali di recupero dei consumi delle famiglie (+1,7%) e dall’arresto della caduta degli investimenti. La graduale ripresa dell’attività produttiva consentirà un recupero dei livelli occupazionali (+0,5%), accompagnato dal calo del tasso di disoccupazione (7,2%).

«Cauto ottimismo». Sceglie queste due parole il presidente di Unioncamere regionale, Fernando Zilio, per riassumere, in un concetto, le prospettive economiche del Veneto per l’anno corrente. «Le previsioni sembrano orientarsi verso il “bello stabile” e molti segnali, in questi primi tre mesi dell’anno, orientano la bussola in questa direzione. Ciò nonostante la cautela appare d’obbligo anche perché il 2014, che pure doveva essere un anno di rilancio, ha mancato, in più di un settore, molte delle attese. Fanno comunque ben sperare sia la ripresa dei consumi che le esportazioni, così come, nonostante certi segnali contraddittori provenienti dal comparto tessile, il rilancio dell’occupazione favorita dalle riforme».

«Ci attendiamo molto – osserva il presidente di Unioncamere – anche dal comparto del turismo che dovrebbe poter cogliere l’occasione offerta dall’Expo prima (considerata la vicinanza con Milano e la qualità dell’offerta veneta) e dal Giubileo poi (tenuto conto dell’importanza di taluni nostri celebrati luoghi di culto). Indipendentemente dall’opportuna cautela – conclude il presidente di Unioncamere – i dati macroeconomici spingono verso una ripresa che si spera possa essere certificata già dai dati del prossimo trimestre».

Se il 2015 si prospetta incoraggiante, volgendo lo sguardo al 2014 possiamo dire che è stato l’anno della “ripresa mancata”, nonostante le premesse fossero piuttosto buone. Se da un lato la produzione industriale ha segnato in media d’anno un +1,8% e le esportazioni hanno realizzato un incremento del 2,7%, il settore delle costruzioni ha perso il 5,9% degli investimenti, le vendite al dettaglio hanno accusato una frenata del -1% e la domanda interna non è ripartita. Stando ai primi dieci mesi dell’anno, anche per il turismo non è stato un anno particolarmente brillante, con gli arrivi in recupero (+1,5%) ma i pernottamenti non sono decollati (+0,5%). Il numero delle imprese ha continuato a ridursi (-0,7%), quelle che hanno aperto una procedura concorsuale sono aumentate del 4%. Anche se i dati Istat segnalano, dopo due anni di calo, un lieve recupero dell’occupazione (+1,1%) e i dati Inps un minor ricorso alla Cassa integrazione (-6% di ore autorizzate), i dati amministrativi hanno mostrato una contrazione di 16.200 posizioni di lavoro dipendente, quasi analoga a quella del 2013.