L’impatto economico e sociale delle attività mafiose sul sistema produttivo è sempre più pesante: secondo l’UNODC (Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine) oltre il 75% dei profitti da attività illecite viene reimmesso nell’economia legale. Nell’attuale momento storico è perciò indispensabile alzare il livello di conoscenza del crimine organizzato.
A due mesi dall’appuntamento di Padova, martedì 26 novembre 2024 in Camera di Commercio di Verona si è parlato di “Come studiare le mafie: analisi interdisciplinare del fenomeno”, in un convegno di studio organizzato nell’alveo del progetto “Il Veneto per la legalità”.
“La Regione del Veneto ha avviato iniziative e progettualità specifiche al fine di diffondere la cultura della legalità in più ambiti della collettività, anche attraverso una serie di azioni congiunte, in collaborazione dell’Osservatorio regionale per il contrasto alla criminalità organizzata e mafiosa e il supporto di Unioncamere del Veneto e del sistema camerale” ricorda l’Assessore a Territorio-Cultura-Sicurezza della Regione del Veneto Cristiano Corazzari.
In apertura dell’evento, moderato dal giornalista Pierluigi Granata, ha portato i saluti il Componente della Consulta della Legalità della CCIAA Verona Paolo Artelio. L’introduzione del tema e la presentazione delle iniziative di contrasto all’illegalità attuate dalla Regione del Veneto è stata curata da Roberto Bet, componente della Cabina di Regia Protocollo di Legalità.
L’iniziativa ha evidenziato la necessità di acquisire nuove metodologie di ricerca e analisi dei fenomeni criminali in grado di offrire uno sguardo globale sulle mafie, da porre a servizio del lavoro dalla magistratura e degli operatori a livello giudiziario. C’è infatti una necessità stringente di avere il supporto di specifici studi di settore per mappare e conoscere nel dettaglio i fenomeni criminali, per acquisire una conoscenza approfondita e visione più completa in grado di prevenirli e contrastarli.
Uno dei punti di attenzione, ad esempio, è il crimine organizzato transnazionale: le mafie straniere hanno infatti un’importanza crescente e caratteristiche non sempre assimilabili a quelle già conosciute e identificate da Forze dell’Ordine e la magistratura. La mafia è infatti un fenomeno sociale complesso: non è solo un fenomeno criminale, ma economico, culturale e politico, che richiede un approccio di conoscenza interdisciplinare. Richiede pertanto il concorso di discipline diverse, dall’economia alla ricerca sociologica sulle mafie, che in Italia ha sempre avuto dei risultati molto importanti e utili anche ai fini della ricostruzione del fenomeno; dalla criminologia alla psicologia fino all’Informatica, con riferimento alla cyber-criminalità organizzata di cui ancora le Autorità italiane hanno un’esperienza limitata, rispetto ad altri settori.
Monica Billio e Marco di Cataldo dell’Università Ca’ Foscari di Venezia hanno presentato l’analisi d’impatto delle infiltrazioni criminali nelle aziende e nei Comuni. Sono poi intervenuti Antonio Parbonetti del Centro di Ricerca imprese, mafia ed economia Università degli Studi di Padova, Orsetta Giolo e Donato Castronuovo del Centro studi giuridici europei sulla grande criminalità – Macrocrimes dell’Università di Ferrara.
Alberto Bertin di Coldiretti Veneto ha invece parlato del fenomeno delle agromafie in Veneto, un settore il cui volume d’affari è pari a 24 miliardi di euro l’anno a livello nazionale e che, anche nella nostra regione fortemente vocata al settore primario, si presta a essere insidiato da attività criminali. Hanno poi preso la parola Alessandro Naccarato già componente della Commissione Parlamentare Antimafia, componente dell’Osservatorio per il contrasto alla c.o. mafiosa e la promozione della trasparenza del Consiglio Regionale del Veneto e Ugo Dinello, giornalista, saggista, esperto di criminalità organizzata.
L’auspicio è l’istituzione di un polo di ricerca dedicato, anche in collaborazione con gli Atenei veneti e il supporto di Unioncamere Veneto e delle fonti già in dotazione del sistema camerale, che possa applicare concretamente una metodologia integrata di ricerca.