Tagli al sistema camerale, Fernando Zilio replica a Vittorio Mincato

FERNANDO ZILIO, PRESIDENTE UNIONCAMERE VENETO, REPLICA A VITTORIO MINCATO, EX PRESIDENTE CAMERA DI COMMERCIO DI VICENZA

 

Venezia, 17 luglio 2014 – «Si sarà anche ritirato a Roma, ma anche dal “buen retiro” della capitale rischia di fare danni al territorio che lo ha visto protagonista per molti anni». Inizia con una battuta la replica di Fernando Zilio, presidente di Unioncamere Veneto, a Vittorio Mincato, ex presidente della Camera di Commercio di Vicenza che, in un’intervista rilasciata al Corriere del Veneto, si è dichiarato “pro Renzi” nella querelle che vede contrapposti governo ed enti camerali in quella che, se l’ipotesi di riforma della pubblica amministrazione non subirà variazioni in corso d’opera, rischia di essere – parole di Zilio – «il taglio più interessato che la storia ricordi». «Mincato ha sicuramente ragione sul fatto che le Camere di Commercio debbono essere riformate, ma ogni riforma deve avere l’obiettivo di migliorare e non certo di peggiorare la situazione».

Sembrerebbe un ragionamento ovvio, ma visto l’approccio che il governo ha inteso dare alla questione, nulla appare scontato. «Il taglio dell’aliquota camerale senza alternative ai servizi che le Camere oggi danno alle impresecontinua il presidente veneto di Unioncamere -, l’aumento del debito pubblico che la riforma così com’è impostata provocherà (si calcolano più di 2,5 miliardi di euro che andranno a carico del debito e quindi delle tasse di cittadini ed imprese), il problema dei licenziamenti e della conseguente perdita dell’esperienza e del know how del personale camerale, il danno enorme che verrà provocato a tanti enti ora finanziati e partecipati dalle Camere sono un chiaro peggioramento senza senso della attuale situazione».

Il tutto, come ha documentato l’indagine congiunta Unioncamere Veneto-CGIA di Mestre, per un risparmio medio di 5,2 euro per azienda, ovvero un paio di colazioni in un esercizio medio.

«Mincato – continua Zilio – dice di aver più volte sostenuto la necessità di un unico ente camerale di valenza regionale. Bene. Resta sempre da capire perché chi è prodigo di consigli per i successori si debba sempre poi trincerare dietro i “io avrei voluto ma non ho potuto”…». Troppo appiattito sulla posizione governativa («L’aria romana – suggerisce Zilio – ha poteri strabilianti sulle convinzioni delle persone») Mincato sembra fare di tutta l’erba un fascio. «Come possiamo pensare – argomenta il presidente di Unioncamere Veneto – di creare una Camera regionale unica in Veneto o in Lombardia e nello stesso tempo in Molise, regione più piccola di una nostra provincia? Anche qui occorre definire modi e strategie che portino reale beneficio, non danno. Le nostre imprese, quelle soprattutto più piccole, hanno bisogno dei servizi delle Camere di Commercio, tutta la nostra economia si basa per il 75% sulle piccole e microimprese. Mincato vuole portare avanti riforme nell’interesse esclusivo della grande impresa, quella che da sempre ha privatizzato i guadagni e socializzato le perdite? Se questo è l’obiettivo noi siamo fermamente contrari perché noi siamo per un’Italia che lasci spazio e aiuti le micro e le piccole imprese che portano avanti quotidianamente con sacrificio l’economia del nostro Paese».

Il dubbio reale però arriva alla fine. «Mincato – conclude Zilio – sembra volutamente evitare di entrare nel merito della questione, ovvero il progressivo depotenziamento delle Camere di Commercio con l’obiettivo di appropriarsi dei gioielli di famiglia. Le nostre banche dati – che ricordo sono un’invenzione del presidente della Camera di Commercio di Padova, Mario Volpato, negli anni ’70 del secolo scorso – potrebbero avere un buon valore di mercato ed il governo potrebbe essere intenzionato, una volta appropriatosene, di metterle sul mercato per fare cassa e tappare qualche falla. Ma mentre le Camere di Commercio, nel corso di questi anni, hanno saputo stringere la cinghia (pesano solo per lo 0,2% sul bilancio statale, hanno costi di funzionamento pari al 47% rispetto alla macchina statale che arriva al 93%, l’81% delle imprese è soddisfatto dei servizi camerali) lo Stato batte ogni giorno record su record in termini di buchi di bilancio. Chiedo a Mincato: ci sarebbero ancora le eccellenze di cui lui stesso parla se anche l’unico esempio di federalismo virtuoso quali sono le Camere di Commercio finisse nel tritacarne del debito pubblico? Mediti Mincato, mediti!».