Unioncamere Veneto: Il 44,5% delle imprese manifatturiere del Veneto ha adottato una o più tecnologie previste dal Piano Industria 4.0

IL 44,5% DELLE IMPRESE MANIFATTURIERE DICHIARA DI AVER ADOTTATO UNA O PIÙ TECNOLOGIE PREVISTE DAL PIANO INDUSTRIA 4.0
Pozza: «Il Sistema camerale accompagna e supporta le imprese nella trasformazione digitale per rinnovare e innovare le aziende con uno sguardo verso il futuro»

Venezia, 13 novembre 2019 | Nel 2019, sulla base dell’indagine VenetoCongiuntura realizzata da Unioncamere Veneto su un campione di 1.800 imprese, il 44,5% delle imprese manifatturiere del Veneto con almeno 10 addetti ha dichiarato di aver adottato una o più tecnologie previste dal Piano Industria 4.0. In futuro le imprese prevedono di introdurre sempre più innovazioni nei loro processi produttivi: tale valore dovrebbe aumentare di 10 punti percentuali nei prossimi anni, raggiungendo una quota del 54,7%.

«Il focus di approfondimento dedicato all’adozione di nuove tecnologie delle imprese manifatturiere venete riporta un quadro complessivamente positivo per il 2019 e negli ultimi anni il processo di evoluzione informatica e robotica sta sempre più interessando il mondo imprenditoriale – evidenzia il presidente di Unioncamere Veneto Mario Pozza –. I risultati raccolti confermano la maggior propensione ad investire, grazie anche alla maggiore conoscenza del tema con la creazione di soggetti pubblici di supporto alle imprese per informare, formare ed orientare sulla trasformazione digitale. La crescente accelerazione tecnologica e la creazione di macchine intelligenti e collaborative stanno modificando gli asset produttivi ed organizzativi dell’industria manifatturiera. Al contempo si assiste ad un aumento della complessità su tutti i livelli aziendali, che crea incertezza sulle rispettive capacità organizzative e tecnologiche e nell’elaborazione di strategie adeguate a svilupparle. Per accompagnare e supportare le imprese nella trasformazione digitale 4.0, il Sistema camerale ha lanciato i Punti Impresa Digitale (PID). I PID camerali promuovono la  diffusione di servizi digitali in grado di portare valore alle imprese, aumentandone la consapevolezza sulle soluzioni possibili e sui loro benefici, ma anche sui rischi connessi al mancato utilizzo delle tecnologie digitali.  I servizi di supporto alle PMI riguardano la valutazione della maturità digitale delle imprese, l’assistenza nell’avvio di processi di digitalizzazione attraverso i servizi di assessment e mentoring, l’erogazione di voucher  per interventi in tema di innovazione digitale finalizzati all’uso delle tecnologie abilitanti Impresa 4.0 e la formazione su competenze di base nel settore digitale».

Per il terzo anno Unioncamere Veneto ha sottoposto il focus sulla digitalizzazione alle imprese manifatturiere con lo scopo di stimare la propensione agli investimenti in tecnologie avanzate funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi e valutarne l’impatto. L’investimento sul fronte delle tecnologie Industria 4.0 cambia in relazione alle specificità del processo industriale e prodotto. Sono principalmente le imprese che producono beni strumentali ad essere più dinamiche sotto il profilo della digitalizzazione: nel secondo trimestre 2019 queste sono la metà del totale (49,9%), a fronte delle imprese produttrici di beni intermedi e di consumo che hanno dimostrato una minore propensione, con quote rispettivamente pari al 45,4 e 40,6%.

A giugno 2019 la propensione ad investire in nuove tecnologie ha riguardato principalmente le imprese di maggiori dimensioni: la digitalizzazione ha interessato il 61,1% delle medie-grandi imprese (50 addetti e più), la quota scende al 40,8% del totale per le piccole imprese (10-49 addetti). Scomponendo il dato in relazione al settore di appartenenza dell’impresa, emerge come l’adozione di nuove tecnologie ha riguardato soprattutto le imprese del comparto della gomma e plastica (54,7%), dell’alimentare, bevande e tabacco (53,4%), delle macchine elettriche e elettroniche (52,3%) e delle macchine ed apparecchi meccanici (51,6%). Minore invece la quota di imprese che utilizzano tecnologie nel comparto del tessile-abbigliamento e della carta e stampa.

Le nuove tecnologie che guidano la digitalizzazione offrono opportunità interessanti, ma aumentano anche l’esposizione delle imprese a rischi informatici e ad altre minacce che possono comprometterne la continuità operativa. Il 32,3% delle imprese adottanti ha dichiarato infatti di aver introdotto una tecnologia legata alla gestione della sicurezza informatica, il 25% alla robotica integrata e il 18,1% ai servizi cloud computing. Inferiore la quota di imprese che hanno attivato tecnologie per Industrial IoT (8,5%), manifattura additiva (7%) e gestione e analisi di Big data (5,5%). Irrisoria invece la parte di imprese che hanno investito in intelligenza artificiale, realtà aumentata e sistemi di pagamento basati su Blockchain.

Le imprese adottanti che hanno introdotto una sola delle tecnologie dell’industria 4.0 sono quasi la metà (47,4%), mentre il 27,4% ne ha adottate almeno due e il 14,7% tre. Solo il 10,6% delle imprese ne ha invece adottate quattro o più tecnologie. Uno dei primi punti sui quali vale la pena soffermarsi riguarda quanto la dimensione imprenditoriale incide sul numero di tecnologie adottate: al crescere della dimensione aziendale aumenta il numero di tecnologie introdotte. Una sola tecnologia è utilizzata prevalentemente dalle piccole imprese (10-49 addetti), il 21,9% del totale delle piccole imprese intervistate, mentre solo il 2,3% di queste ne adotta quattro o più. Le vere “I4.0 adopter” sono le medie e grandi imprese: il 17,8% adotta solo una tecnologia, mentre ben il 14,9% delle imprese con questa dimensione ne adotta quattro o più.

Guardando alle performance economiche si evidenzia come quasi il 60% delle imprese digitalizzate hanno dichiarato un aumento tendenziale del fatturato, quota superiore di ben 10 punti percentuali rispetto al campione complessivo (49,1%). Invece, le imprese che dichiarano una diminuzione del fatturato sono meno propense alla digitalizzazione (sono il 30,2% delle adottanti rispetto al 37,8% del campione complessivo).

Una delle peculiarità delle tecnologie digitali è quella di generare e raccogliere una grande quantità di dati, sia quantitativi che qualitativi. Le aziende che effettuano una qualsiasi forma di raccolta ed elaborazione dati lo fa principalmente per adempimenti amministrativi/legislativi (67,6% dei rispondenti), il 62,8% per interazione con i clienti e/o fornitori e il 62,6% per controllo di gestione.

Nell’adozione delle tecnologie digitali riveste un ruolo fondamentale in ordine di importanza: la presenza di incentivi pubblici (es: iperammortamento), la forza lavoro specializzata e l’accesso alle fonti di finanziamento. Sembra avere invece poca rilevanza la presenza di Università e centri di formazione specializzata, di centri di ricerca e trasferimento tecnologico e l’apertura ai mercati internazionali.

Le principali difficoltà riscontate dalle imprese nell’implementazione delle tecnologie riguardano soprattutto i costi iniziali di investimento, la mancanza di competenze delle risorse umane, il costo del cambiamento nell’organizzazione interna e nella catena di fornitura, la mancanza di domanda e l’accesso al credito.