Verona, 4 dicembre 2015 – La moneta elettronica offre numerosi vantaggi economici e sociali per imprese, professionisti e cittadini. In particolare, come ha evidenziato lo studio di Unioncamere Veneto, l’uso della moneta elettronica combatte l’evasione fiscale, rende trasparente il rapporto con l’esercente, è veloce e conveniente, riduce il rischio di truffa e aiuta a gestire detrazioni e deduzioni. Purtroppo la moneta elettronica in Italia è ancora poco utilizzata e va incentivata. Questo quanto emerso dal convegno “La moneta elettronica. Stima dei vantaggi economici per imprese professionisti e cittadini” organizzato da Adiconsum Verona, Lega Consumatori e Adoc in collaborazione con Unioncamere Veneto nella sala convegni della Banca Popolare di Verona.
La ricerca di Unioncamere ha evidenziato che la moneta elettronica è utilizzata dai consumatori solo per il 13% delle operazioni contro una media europea del 40%. Con 75 transazioni elettroniche pro capite all’anno, l’Italia si colloca al penultimo posto in Europa davanti alla Grecia. Secondo una ricerca della Banca d’Italia, i costi che la collettività sopporta per le risorse utilizzate dai diversi operatori economici per il regolamento delle transazioni ammontano a 15 miliardi di euro (circa 1% del Pil) pari a 260 euro pro capite. In Italia più della metà dei costi sociali degli strumenti di pagamento riguardano il contante (circa 8 miliardi di euro). Il 40% delle rapine che si registrano in Europa sono messe a segno in Italia. Ogni anno la Banca d’Italia riconosce come false 72mila banconote. Inoltre, il 18% delle monete e il 7% delle banconote in circolazione sono veicolo di batteri anche potenzialmente pericoli (es. escherichia coli e stafilococco aureo).
Secondo una stima di Unioncamere Veneto su dati della Banca d’Italia, nel 2014 il numero di carte di credito attive in Veneto è pari a 218 ogni mille residenti maggiorenni (erano 240 nel 2012). Unioncamere Veneto ha provato a stimare i benefici per il sistema economico regionale di un aumento dei pagamenti elettronici e di una riduzione del prelievo medio. In particolare un aumento su scala nazionale di 10 milioni di carte (circa 900 in Veneto) e una diminuzione di 15 euro del prelievo medio presso gli ATM potrebbe generare in Veneto riduzione dell’economia sommersa di oltre 3,3 miliardi di euro e una recupero dell’evasione fiscale di circa 1,6 miliardi di euro.
Come incentivare l’uso della moneta elettronica? Alcune possibili soluzioni: fornire gratis una carta ‘‘a spesa controllata o positiva’’ senza interessi sul deposito, assicurata sulle frodi, senza la possibilità di andare a debito; creare una piattaforma basata sugli innovativi strumenti di pagamento contactless che non richiedono il Pos (es. Apple Pay, Jiffy, Messenger); introdurre una tassa sul circolante (prelievi) per disincentivarne l’uso.
“Se siamo convinti che la trasparenza sia un valore – ha precisato Fernando Zilio, presidente di Unioncamere Veneto – allora la moneta elettronica è nella logica delle cose. La tracciabilità delle transazioni corrisponde ad un’esigenza di correttezza e sicurezza. Senza cadere nell’eccesso opposto di criminalizzare l’uso del contante è evidente però che tutti i traffici illegali hanno bisogno di transazioni non tracciate per concretizzarsi. Lo sanno le varie mafie, lo sanno i terroristi, ma lo sanno, anche più semplicemente, gli evasori di casa nostra e quelli di importazione che usano i money transfer per trasferire ingenti somme di denaro all’estero forti delle falle che un tale sistema ha insito in sé. Su una cosa sono comunque d’accordo con chi è restio ad utilizzare la moneta elettronica: il suo costo è troppo elevato. Per colpa del sistema bancario, ma soprattutto per colpa della politica che si guarda bene dall’intervenire in tal senso ed anzi opera nel senso diametralmente opposto“.