Venezia-Rovigo, 24 ottobre 2014 – La fusione tra le Camere di Commercio di Venezia e di Rovigo è ufficiale. Giovedì 23 ottobre 2014, il Ministero dello Sviluppo Economico ha emanato il decreto di istituzione della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Venezia Rovigo Delta – Lagunare, ultimo passaggio che mancava per chiudere con successo l’iter di accorpamento tra i due Enti, deliberato in contemporanea dai due Consigli camerali in data 30 luglio 2014:la Conferenza Stato-Regioni aveva già dato il via libera il 16 ottobre.
L’istituzione della nuova Camera di Commercio – che avrà la sua sede legale nell’attuale sede istituzionale della Camera veneziana, nel palazzo appena ristrutturato di Calle Larga XXII Marzo, San Marco 2032, a Venezia, e sede secondaria in piazza Garibaldi 6, a Rovigo, attuale sede dell’Ente camerale rodigino – comporta l’automatica interruzione delle già avviate procedure di rinnovo dei due Consigli camerali di Venezia e di Rovigo, entrambi in scadenza di mandato nel 2015. Al riguardo, il MISE ha ritenuto di nominare il Segretario Generale della Camera veneziana, Roberto Crosta, Commissario ad acta con il compito di adottare tutti gli atti necessari per l’avvio delle procedure di costituzione del Consiglio della nuova Camera di Commercio di Venezia Rovigo, alla cui data di insediamento decadranno automaticamente gli attuali organi dei due Enti camerali.
Alla nuova Camera di Commercio di Venezia Rovigo Delta – Lagunare sono ovviamente trasferiti il personale e i beni patrimoniali dei due preesistenti Enti camerali, ai quali essa subentra anche nella titolarità di tutte le posizioni e dei rapporti giuridici attivi e passivi in essere.
La scelta dell’accorpamento, il primo del genere in Italia, trae origine da un percorso di autoriforma già avviato autonomamente dall’assemblea dei Presidenti di Unioncamere nazionale tenutasi nel 2012 proprio a Venezia, e che ha subìto un’accelerazione negli ultimi mesi a fronte della Legge di Riforma della Pubblica Amministrazione varata dal Governo, la quale, com’è noto, prevede tagli in capo agli Enti camerali, partendo dalla riduzione del Diritto Annuale, che diminuirà gradualmente nei prossimi tre anni: del 35 per cento nel 2015, del 40 per cento nel 2016 fino ad arrivare al suo dimezzamento rispetto alla cifra attuale nel 2017.
Quella appena istituita è la Camera di Commercio più grande del Veneto, e una delle più grandi d’Italia, in termini di imprese, circa 132mila, con un gettito di diritto annuale stimato per il 2014 di 21 milioni che, con la riduzione a regime del 50 per cento prevista dal Decreto Legge 90/2014, arriverebbe a 10 milioni e 500mila euro: una realtà con 162 dipendenti.
L’accorpamento porterà a significative economie grazie alla riduzione delle spese di funzionamento (ad esempio, per la diminuzione degli oneri di prestazione per servizi, grazie anche all’automazione di alcuni programmi informatici, delle quote associative e delle spese per gli organi istituzionali, che verranno unificati) e sul personale, che già dal 2015 avrà un costo di 400mila euro inferiore al 2013, non essendo stato effettuato alcun turn over rispetto ai pensionamenti che ci sono stati alla data odierna. Questi e altri risparmi consentiranno di far fronte meglio al taglio del Diritto Annuale e di liberare risorse per la promozione economica a sostegno del sistema delle imprese locali, che altrimenti sarebbero state assai inferiori.
Ma, al di là dei parametri numerici che certificano la sostenibilità economica dell’operazione, essa risponde anche e soprattutto a un preciso disegno strategico per lo sviluppo dei due territori provinciali che hanno in comune moltissimi elementi. Innanzitutto, quelle di Rovigo e Venezia sono le due uniche Camere costiere della regione e la loro unione punta dunque a rafforzare gli assi di intervento sui temi inerenti la portualità: basti ricordare che sia il Porto di Chioggia, che peraltro è stato realizzato e viene tuttora infrastrutturato dall’A.S.Po., l’Azienda Speciale della Camera veneziana, sia quello di Porto Levante nell’area polesana soggiacciono già alla vigilanza della Capitaneria di Porto clodiense.
L’accorpamento può pertanto produrre un’interrelazione più stretta e generale sui temi infrastrutturali e della navigazione interna, con lo scopo di attrarre traffici da convogliare sui due scali anche per il tramite dell’Interporto di Rovigo e delle aree attrezzate logistiche disponibili, di cui il Polesine ha un’ampia offerta, ma, sempre restando in ambito costiero, porterà anche ad una migliore strategia di sviluppo del turismo, non solo balneare ma anche quello legato alla visita di ecosistemi poco noti ma non per questo meno attraenti, si veda l’area del Delta del Po o la Laguna sud di Venezia. Senza contare che saranno facilitate politiche comuni per lo sviluppo della pesca, attività in sofferenza ma essenziale per i due territori in questione.
I punti di contatto e di interesse comune tra le due realtà, tuttavia, non si esauriscono qui ma comprendono molti altri ambiti: la valorizzazione delle produzioni tipiche locali del primario, e al riguardo potrebbero essere messi a fattore comune i mercati ortofrutticoli già esistenti nei rispettivi territori tra cui quello di Rosolina, dove la Camera rodigina è presente con una propria Azienda Speciale; tutta l’area culturale e del rapporto con gli istituti universitari che a Venezia, così come a Rovigo, vantano una tradizione di grande attenzione al binomio cultura-impresa; l’accesso ai fondi strutturali della tornata 2014-2020, che potrebbe essere molto più agevole per un soggetto con queste caratteristiche; l’interazione strategica delle Aziende Speciali già esistenti, o per il tramite di altri accorpamenti o mediante la costituzione di nuovi soggetti che sostituiscano quelli in essere e consentano una gestione delle rispettive competenze in modo più razionale.
Il tutto senza penalizzare le specificità dei due territori che, anzi, saranno salvaguardate, a cominciare dalle eccellenze quali i Distretti della Giostra nel Rodigino o delle Calzature nella Riviera del Brenta, e senza ridurre il proprio impegno verso assi di sostegno fondamentali per le PMI, come la promozione dell’accesso al credito alle imprese o l’internazionalizzazione.
L’iniziativa, inoltre, non vuole essere autarchica rispetto ai rapporti con le altre consorelle venete e con l’Unioncamere regionale e nazionale, bensì l’opposto. L’accorpamento, che rappresenta il primo, concreto esempio di unificazione degli Enti camerali sulla base dei principi delle aree vaste, rientra perfettamente in una logica di sistema, è stato accolto con particolare favore dall’Unione delle Camere di Commercio del Veneto e nazionale ed ha riscosso un generale consenso anche tra le Associazioni di categoria delle due province.
«Un elogio al Ministero dello Sviluppo Economico per l’efficienza e la rapidità dimostrate nell’espletare tutte le complesse procedure inerenti questo decreto di istituzione del nuovo Ente, che peraltro non ha precedenti. Le Camere di Commercio di Venezia e Rovigo, infatti, sono le prime a livello nazionale ad essersi messe in gioco con quest’operazione che abbiamo voluto con forza, con lo scopo primario di migliorare il servizio offerto, ma anche di dare una testimonianza concreta ed efficace di come il sistema camerale abbia la volontà di riformarsi, non solo a parole bensì nei fatti, senza alcuna autoreferenzialità, ma guardando al bene dei territori e delle imprese» commenta il Presidente della Camera di Commercio di Venezia, Giuseppe Fedalto.
Sulla stessa linea il Presidente della Camera di Commercio di Rovigo, Lorenzo Belloni: «Siamo soddisfatti per il raggiungimento di quest’importante obiettivo e per i tempi rapidi del suo iter presso la Conferenza Stato-Regioni e il Ministero della Sviluppo Economico – aggiunge – Crediamo di aver dato una risposta concreta alle imprese in termini di semplificazione e di riduzione dei costi, tanto più in questo momento economico particolare che tutto il Paese sta attraversando».
«Ora ci attende una bella sfida perché è la prima esperienza del genere in Italia, ed è tutta da costruire – conclude il Commissario ad acta, Roberto Crosta –, ma lavoreremo con entusiasmo per dare la piena operatività alla nuova Camera di Commercio il più rapidamente possibile e anche per creare un modello a livello nazionale».