Venezia, 18 giugno 2013 – In cinque anni la crisi ha sottratto al Veneto 23 miliardi di euro di Pil e nel 2013 la flessione proseguirà con un -1,2%. In questo quadro l’aumento dell’aliquota Iva al 22% comporterà una flessione dei consumi nel 2013 pari a 122 milioni. Lo scenario è stato tracciato stamattina, presso la restaurata sede della Camera di Commercio di Venezia in centro storico, durante la presentazione del rapporto “La situazione economica del Veneto”, curato dal Centro Studi Unioncamere Veneto giunto alla sua 46esima edizione. A fare gli onori di casa Giuseppe Fedalto, presidente Camera di Commercio di Venezia. A seguire Alessandro Bianchi, presidente Unioncamere Veneto, mentre le relazioni tecniche sono state a cura di Gian Angelo Bellati e Serafino Pitingaro, rispettivamente segretario generale e responsabile Area Studi e Ricerche Unioncamere Veneto. Lavori chiusi da Fabrizio Pezzani, professore ordinario di Programmazione e Controllo nelle Pubbliche Amministrazioni dell’Università Bocconi di Milano.
Secondo le stime più recenti, nel 2013 il Veneto registrerà una flessione del Pil pari al -1,2% e solo dal 2014 tornerà a crescere con un +0,9%. Da traino saranno ancora le esportazioni, previste in aumento del +4,4% (+2,7% per l’Italia) quest’anno, mentre il 2014 dovrebbe riservare una crescita del +5,2%. Di contro, il 2013 continuerà a registrare contrazioni per consumi delle famiglie (-2,4%) e investimenti delle imprese (-4,6%), sebbene in ripresa rispetto ai valori 2012. Le ripercussioni sull’occupazione porteranno, nel 2013, a un calo del -1,1% delle unità lavoro, col tasso di disoccupazione che salirà al 7,6%.
L’aumento dell’aliquota Iva al 22%, che scatterà il prossimo primo luglio a meno che il Governo non individui le risorse necessarie (2 miliardi nel 2013, 4 miliardi dal 2014), comporteranno un’ulteriore contrazione di consumi e investimenti: i consumi fletteranno di 122 milioni nel 2013 e di 259 milioni nel 2014, mentre gli investimenti si ridurranno di ulteriori 80 milioni quest’anno e di 157 milioni nel 2014. Nel complesso, il Veneto perderebbe un’ulteriore quota di Pil, stimata in 211 milioni per il 2013 e in 421 milioni dal 2014. L’aumento dell’Iva farebbe inoltre crescere l’incidenza di tale imposta sul reddito disponibile delle famiglie venete, passando dall’attuale 15,6% al 16,1%: lo scostamento sarebbe, in media, pari allo 0,47%. Gli effetti sarebbero più pesanti per le famiglie con reddito basso: +0,82% per i nuclei familiari situati nel primo decile, mentre si ridurrebbe al +0,16% per le famiglie nel decile più ricco.
Il comunicato stampa integrale