Veneto, sarà un 2016 senza spinta: Pil +1,3%

Venezia, 18 marzo 2016 – Dopo un 2015 al di sotto delle attese, per l’anno in corso si prospetta una moderata crescita dell’economia veneta. Il +0,8% del Pil a fine 2015 dovrebbe infatti diventare un +1,3% a fine 2016, in linea col Nordest (+1,4%), mentre un’accelerazione di qualche punto decimale (+1,6%) si prospetta nel biennio 2017-2018. Il quadro sullo stato di salute del Veneto e le prospettive per l’immediato futuro è stato tracciato stamattina nel corso della presentazione di Veneto Economic Report 2016, realizzato dal Centro Studi di Unioncamere del Veneto.

La crescita del 2015 è stata in linea con la tendenza del 2014 (+0,4%) e il Veneto haspuntato un risultato migliore di Piemonte e Toscana (+0,7%), mentre Lombardia (+1%) ed Emilia Romagna (+0,9%) hanno registrato performance superiori. A sostenere l’economia regionale è stata soprattutto la ripresa della domanda interna mentre, dopo un avvio d’anno vivace, la domanda estera ha subito una decelerazione in estate con un lieve recupero a fine anno: nel 2015 l’export ha infatti messo a segno un incremento del +2,4% mentre le importazioni si sono attestate al +7,2% con un saldo della bilancia commerciale positivo per 15,6 miliardi di euro. 

Lo scenario per il 2016 indica un andamento meno favorevole per le esportazioni, “bloccate” al +3% e frenate dalle prospettive incerte del commercio internazionale, ma sarà la domanda interna ad avere un ruolo rilevante con un +1,6%. Nel 2016 l’occupazione dipendente è attesa in aumento del +0,7%, dinamica che dovrebbe favorire la discesa del tasso di disoccupazione al 6,7%, con un ulteriore riduzione al 6% per il biennio 2017-2018, circa la metà del valore previsto a livello nazionale (11,5%).

Come è andato il 2015
Nella media dell’anno la produzione industriale ha registrato un +1,8%, confermando la tendenza del 2014, ed anche il fatturato industriale ha toccato un +2,3% grazie alla componente estera (+2,9%) e al vivace recupero di quella interna (+1,8%). In recupero i livelli occupazionali con un aumento di oltre 36,6 mila posizioni di lavoro dipendente, grazie alla forte crescita delle assunzioni (+12,3%) e ad un rallentamento delle cessazioni (+5,2%). La struttura produttiva ha invece subito un ulteriore ridimensionamento con un calo delle imprese attive di oltre 2 mila unità rispetto al 2014 (-0,5%).

Il comunicato stampa 

Le slide di presentazione del rapporto  

La sintesi del rapporto