Venezia, 30 gennaio 2013 – Anche se il 2011 si è chiuso con un modesto incremento del Pil (+1%) e l’economia regionale soffre per la prolungata fase di produzione stagnante e incipiente recessione, il sistema produttivo rappresentato dalle società di capitale ha tenuto sia sotto l’aspetto finanziario che dal punto di vista economico. Nel 2011 i ricavi di vendita medi per azienda in Veneto si sono attestati a circa 2,7 milioni di euro, il 96,4% del valore della produzione. Prima della crisi, nel 2007, l’indicatore era pari a 3 milioni di euro, quindi si è registrata una diminuzione dell’8,2%. Anche il valore aggiunto medio per azienda ha registrato una contrazione del 6,9%, che corrisponde ad una perdita pari a 43mila euro. Ciononostante l’indicatore si è dimostrato ancora in grado di assorbire i consistenti costi di personale (nonostante gli elevati livelli del “cuneo fiscale”) e gli oneri finanziari (nonostante il costo del credito, artificialmente lievitato a seguito della speculazione finanziaria internazionale) e pure ha assicurato un margine di redditività netta (pur modesto) per i conferenti il capitale di rischio.
È quanto emerge dal primo report dell’Osservatorio sui bilanci aziendali, realizzato dal Centro Studi di Unioncamere Veneto. «La nuova recessione che ha colpito l’economia del Veneto a partire dalla seconda metà del 2011 ha avuto un impatto non trascurabile sui bilanci aziendali, ma sotto l’aspetto finanziario ed economico il sistema produttivo rappresentato dalle società di capitale ha tenuto. Secondo quanto emerge dall’analisi del 90% dei bilanci depositati presso le Camere di Commercio del Veneto, nel 2011 i ricavi e i valori aggiunti hanno continuato ad aumentare, pur attestandosi ancora al di sotto dei valori ante-crisi – ha commentato Alessandro Bianchi, presidente Unioncamere del Veneto -. I dati inoltre indicano, da un lato, la difficoltà delle imprese a recuperare i livelli di redditività (ROA e ROE) pre-crisi e, dall’altro, un’elevata esposizione alle fasi congiunturali negative. In questa difficile fase congiunturale ha pesato sulle imprese soprattutto la tassazione: tra il 2007 e il 2011 infatti l’aliquota effettiva è aumentata dal 50,2% al 57,8%. Pur soffrendo, le imprese del Veneto sono comunque riuscite a contenere i costi del lavoro, nonostante l’ampio “cuneo fiscale” e gli oneri finanziari, nonostante la stretta creditizia. Proprio nel credito si condensa il problema più grave del Paese: per questo le Camere di Commercio del Veneto stanno facendo di tutto per garantire alle imprese le risorse economiche che permettono di investire, innovare e competere».