Il rapporto fra dinamiche demografiche e crescita economica verso un nuovo equilibrio

[online 17.01.2025] Diminuzione della popolazione residente in Veneto e crescita demografica regionale ferma, mantenuta in equilibrio solo da dinamiche migratorie, livelli di natalità bassissimi e in costante contrazione, calo delle donne in età fertile e progressivo invecchiamento della popolazione: i dati presentati da Banca d’Italia su demografia e crescita economica in Veneto impongono di attivare tutte le leve per contenerne gli effetti negativi sulla crescita economica, ancor più in Italia e nella nostra regione, che è in una condizione peculiare rispetto al resto dell’Europa.

Se ne è parlato giovedì 16 gennaio al Teatro Olimpico di Vicenza nel convegno “Tendenze demografiche e sviluppo economico: una convivenza possibile?” organizzato da Banca d’Italia in collaborazione con Unioncamere del Veneto, Veneto Lavoro, e Accademia Olimpica di Vicenza.

Il convegno, aperto dai saluti di Pierluigi Ruggiero Capo della Sede di Venezia della Banca d’Italia, Giovanni Luigi Fontana Presidente dell’Accademia Olimpica, Lisa Lora dirigente Ambito di Vicenza di Veneto Lavoro, Antonio Santocono Presidente di Unioncamere del Veneto e Gianluca Cavion, Vicepresidente della Camera di Commercio di Vicenza, ha proposto alcuni spunti al dibattito sul complesso rapporto tra demografia e sviluppo economico.

Secondo i dati di Veneto Lavoro, negli ultimi 20 anni sono cambiati i tratti distintivi dei lavoratori e delle persone alla ricerca di lavoro, oggi molto diversi da quelli del passato: oltre ad essere “più anziane”, risultano un po’ più “al femminile”, sicuramente “multietniche” e mediamente più istruite.

Risulta quindi indispensabile preservare un sufficiente apporto di lavoratori e professionalità al sistema produttivo locale attraverso: la promozione di una maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro; l’aumento dell’attrattività e della capacità di trattenere di giovani con elevati livelli di istruzione; la gestione dell’invecchiamento delle forze di lavoro; la programmazione di un afflusso regolato di lavoratori stranieri e di politiche di formazione e integrazione. Risulta inoltre fondamentale stimolare la crescita della produttività del lavoro e l’utilizzo delle tecnologie.